Israele ordina di fermare l’offensiva su Gaza City ma continua a uccidere palestinesi con i raid sulla Striscia
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Israele ordina di fermare l’offensiva su Gaza City ma continua a uccidere palestinesi con i raid sulla Striscia

L’esercito prepara la prima fase del piano di Trump dopo l’accordo di Hamas sulla liberazione degli ostaggi di William Christou, da Gerusalemme

Israele ordina di fermare l’offensiva su Gaza City ma continua a uccidere palestinesi con i raid sulla Striscia
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4 Ottobre 2025 - 18.52


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L’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di fermare la campagna militare su Gaza City da parte della leadership politica, secondo quanto riferito sabato dalla radio militare israeliana. Le forze armate si stanno preparando alla prima fase del piano di Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e liberare tutti gli ostaggi.

In un comunicato, l’esercito israeliano ha confermato di essere stato incaricato di “incrementare la prontezza” per attuare la prima parte del piano. Le operazioni nella Striscia saranno ridotte “al minimo”, limitandosi a interventi difensivi.

L’ordine è arrivato dopo che, nella notte di venerdì, il presidente statunitense Donald Trump aveva chiesto a Israele di interrompere i bombardamenti su Gaza, accogliendo positivamente la parziale adesione di Hamas alla sua proposta di pace, volta a porre fine a quasi due anni di guerra.

Nonostante la richiesta di Washington, Israele ha continuato sabato a colpire la Striscia e a mantenere l’assedio su Gaza City.

Secondo fonti palestinesi, almeno sei civili, tra cui due bambini, sono stati uccisi in attacchi israeliani che hanno colpito una casa a Gaza City e una tenda di sfollati ad al-Mawasi. Droni israeliani avrebbero inoltre preso di mira un gruppo di persone nei pressi di un panificio nel centro di Gaza City, causando “decine” di vittime, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa.

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Il portavoce militare israeliano per il mondo arabo, Avichay Adraee, ha avvertito i civili di non tornare a Gaza City o nel nord della Striscia, dove l’esercito continua a operare.

Hamas, dal canto suo, ha accettato di liberare i 48 ostaggi israeliani ancora detenuti e di rinunciare al controllo amministrativo della Striscia di Gaza, chiedendo tuttavia ulteriori negoziati su altri punti del piano. Trump ha commentato che, sulla base di questa risposta, Hamas “è pronta per la pace”.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito venerdì che Israele resta impegnato a porre fine al conflitto. Dopo l’approvazione di Trump e l’accoglienza favorevole da parte della comunità internazionale, cresce la pressione su Netanyahu perché avvii la fase operativa del piano.

L’esponente dell’opposizione Yair Lapid ha definito la proposta di Trump “una reale opportunità per liberare gli ostaggi e mettere fine alla guerra”, dichiarando di essere pronto a sostenere politicamente Netanyahu nelle trattative. Secondo i media israeliani, le squadre negoziali sono già state istruite a riprendere i colloqui per attuare la prima parte dell’accordo.

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Il piano di Trump prevede un cessate il fuoco immediato a Gaza, la liberazione entro 72 ore dei 48 ostaggi israeliani in cambio di oltre mille prigionieri palestinesi, il graduale ritiro delle forze israeliane, il disarmo di Hamas e la creazione di un’autorità transitoria per la gestione della Striscia, guidata temporaneamente dallo stesso Trump.

La proposta contempla anche un massiccio afflusso di aiuti umanitari e la ricostruzione del territorio, duramente colpito da fame e distruzione a causa del blocco israeliano. Tuttavia, nella risposta di Hamas non vi è alcun riferimento al disarmo, questione che dovrà essere affrontata in futuri negoziati.

Sebbene molti analisti ritengano il piano sfavorevole a Hamas e poco oneroso per Israele, cresce il consenso per un cessate il fuoco tra una popolazione palestinese stremata da quasi due anni di bombardamenti, fame e sfollamenti.

Dall’inizio della guerra, secondo le autorità sanitarie di Gaza, sono stati uccisi almeno 67.074 palestinesi e circa 170.000 sono rimasti feriti, in gran parte civili. Il conflitto è iniziato dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, in cui miliziani guidati da Hamas avevano ucciso circa 1.200 israeliani e preso 251 ostaggi.

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Una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite e la principale associazione internazionale di studiosi di genocidio hanno concluso che Israele ha commesso atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Israele respinge le accuse, sostenendo di aver agito esclusivamente per autodifesa.

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