La Croce Rossa e le agenzie delle Nazioni Unite hanno dichiarato che il previsto afflusso di aiuti nella Striscia di Gaza non è ancora iniziato, avvertendo del crescente rischio di fame mentre il valico di Rafah rimane chiuso.
«Abbiamo bisogno che tutti i valichi siano aperti», ha dichiarato il portavoce dell’Unicef Ricardo Pires. «Più a lungo Rafah resterà chiuso, più la sofferenza delle persone a Gaza, soprattutto degli sfollati nel sud, si protrarrà».
Tre funzionari israeliani hanno riferito a Reuters che la decisione di mantenere Rafah chiuso fino a mercoledì e di limitare le forniture è legata ai ritardi da parte di Hamas nella restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani. Hamas ha spiegato che il recupero dei corpi è reso difficile dalle devastazioni.
«Il cambiamento non è ancora avvenuto», ha dichiarato Christian Cardon, portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa, che ha agito come intermediario neutrale nelle consegne e nei recuperi di ostaggi. «Stiamo ancora assistendo all’arrivo di pochissimi camion, con grandi folle che si accalcano intorno a loro in modo assolutamente non conforme agli standard umanitari».