Milei vince le elezioni di metà mandato in Argentina a anche grazie alle sfacciate interferenze di Trump
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Milei vince le elezioni di metà mandato in Argentina a anche grazie alle sfacciate interferenze di Trump

Il partito del presidente argentino di estrema destra, Javier Milei, ha vinto le elezioni di metà mandato di domenica, dopo una campagna segnata dall’annuncio di Donald Trump di un piano di salvataggio da 40 miliardi di dollari per il Paese

Milei vince le elezioni di metà mandato in Argentina a anche grazie alle sfacciate interferenze di Trump
Milei e Trump
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27 Ottobre 2025 - 13.01


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Il partito del presidente argentino di estrema destra, Javier Milei, ha vinto le elezioni di metà mandato di domenica, dopo una campagna segnata dall’annuncio di Donald Trump di un piano di salvataggio da 40 miliardi di dollari per il Paese, con la promessa di mantenere gli aiuti solo in caso di vittoria del suo omologo argentino.

Con oltre il 95% dei voti scrutinati, la coalizione La Libertad Avanza ha ottenuto il 40,84% dei consensi a livello nazionale, in un voto interpretato come un referendum di fatto sui quasi due anni di governo dell’autoproclamato anarco-capitalista. L’opposizione peronista, riunita sotto la sigla Fuerza Patria, si è fermata al 31,67%.

Il risultato, pur non garantendo a Milei la maggioranza parlamentare – che resta ai peronisti – ha sorpreso gli analisti argentini, soprattutto dopo i recenti colpi alla sua popolarità: dalle accuse di corruzione che coinvolgono la sorella Karina Milei alla perdurante crisi economica.

Il governo aveva abbassato le aspettative, giudicando accettabile un risultato tra il 30% e il 35%, soprattutto dopo la pesante sconfitta nelle elezioni provinciali di Buenos Aires in settembre, dove i peronisti avevano prevalso di 14 punti. Stavolta, però, Milei ha ribaltato i pronostici, vincendo proprio nel più grande distretto elettorale del Paese, che raccoglie circa il 40% degli elettori argentini.

«Sono il re di un mondo perduto», ha cantato Milei salendo sul palco davanti a centinaia di sostenitori in un hotel di Buenos Aires. Poi, nel suo discorso, ha proclamato: «Oggi abbiamo superato il punto di non ritorno: inizia la costruzione di una grande Argentina».

Il presidente ha salutato il salvataggio statunitense come «qualcosa di senza precedenti, non solo nella storia argentina ma in quella mondiale, perché gli Stati Uniti non avevano mai offerto un sostegno di tale portata».

«Ora ci concentreremo sulle riforme necessarie per consolidare la crescita e il definitivo decollo del Paese – per rendere di nuovo grande l’Argentina», ha aggiunto, riecheggiando lo slogan trumpiano Make America Great Again.

Trump ha inviato i suoi congratulazioni la stessa sera, definendo la vittoria di Milei «una valanga». In seguito, durante un viaggio in Asia, ha ribadito di aver «dato a Milei un forte sostegno» e ha lodato «l’enorme successo» ottenuto, attribuendolo anche all’azione di alcuni suoi collaboratori, tra cui il segretario al Tesoro Scott Bessent, che ha supervisionato l’assistenza finanziaria all’Argentina.

In palio vi erano 127 dei 257 seggi della Camera bassa e 24 dei 72 seggi del Senato. Il partito di Milei ha conquistato 64 seggi alla Camera e 12 al Senato, riuscendo così a raggiungere l’obiettivo principale: ottenere almeno un terzo dei deputati, quota sufficiente per sostenere i poteri di veto presidenziale.

Salito al potere quasi due anni fa, Milei aveva avviato la cosiddetta politica della “moto-sega”, con drastici tagli alla spesa pubblica: decine di migliaia di posti di lavoro eliminati, investimenti congelati in infrastrutture, sanità ed educazione, e persino nella fornitura di farmaci ai pensionati.

Queste misure hanno ridotto l’inflazione dal 200% del 2023 a circa 30% nel settembre 2025, portando al primo avanzo fiscale in 14 anni. L’attività economica è cresciuta dello 0,3% in agosto, dopo tre mesi consecutivi di calo.

Tuttavia, il potere d’acquisto è crollato: la maggior parte degli argentini fatica ad arrivare a fine mese, oltre 250 000 posti di lavoro sono andati persi e circa 18 000 imprese hanno chiuso.

La popolarità del presidente ha inoltre subito un duro colpo quando Milei ha promosso una criptovaluta poi crollata, mentre la sorella Karina è rimasta coinvolta in un presunto scandalo di corruzione. Uno dei principali candidati del partito si è ritirato dopo aver ammesso di aver ricevuto 200 000 dollari da un uomo d’affari accusato di traffico di droga negli Stati Uniti.

Per evitare una svalutazione del peso, il governo ha bruciato gran parte delle riserve in dollari, nonostante un prestito di 20 miliardi del Fondo monetario internazionale (di cui 14 già erogati), ed è stato costretto a chiedere aiuto a Trump, che ha risposto con il maxi-prestito da 40 miliardi di dollari.

Molti in Argentina hanno interpretato la mossa come una ingerenza statunitense nel voto, e diversi osservatori avevano previsto che, a causa dell’anti-americanismo diffuso in parte della popolazione, quel sostegno avrebbe potuto ritorcersi contro Milei.

Nonostante il voto fosse obbligatorio, l’affluenza è stata la più bassa dalla fine della dittatura nel 1983, con solo il 67,85% degli aventi diritto alle urne, superando il precedente record negativo del 71% del 2021.

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