Un nuovo episodio di violenza dei coloni israeliani si è verificato nella parte settentrionale della Valle del Giordano, in Cisgiordania occupata. Secondo quanto riportato dall’agenzia palestinese Wafa, un gruppo di coloni ha vandalizzato un sistema di irrigazione utilizzato dai contadini locali e distrutto un campo di mais nelle vicinanze. L’attacco si inserisce in una lunga serie di aggressioni sistematiche che, da mesi, stanno rendendo la vita impossibile a molte famiglie palestinesi della regione.
La Valle del Giordano è una delle aree agricole più fertili della Cisgiordania, ma da anni è sottoposta a una pressione crescente da parte dei coloni israeliani, che mirano a espellere le comunità palestinesi e a consolidare il controllo israeliano sull’area. La distruzione di infrastrutture agricole, pozzi e coltivazioni è una strategia deliberata: privare i palestinesi delle risorse necessarie per sopravvivere e costringerli a lasciare le loro terre.
Dati forniti dalla Colonization and Wall Resistance Commission di Ramallah mostrano un quadro drammatico: dall’inizio della guerra a Gaza, nell’ottobre 2023, i coloni israeliani hanno compiuto oltre 7.000 attacchi contro palestinesi, le loro proprietà o i loro terreni in Cisgiordania. Un’ondata di violenza spesso accompagnata — e talvolta protetta — dall’esercito israeliano, che raramente interviene per fermare o perseguire i responsabili.
Questi atti non sono episodi isolati, ma parte integrante di una politica di espansione coloniale che, con il pretesto della sicurezza, si traduce in un progressivo annientamento della presenza palestinese nelle zone rurali. La Valle del Giordano, un tempo cuore agricolo della Cisgiordania, rischia di diventare un deserto umano, svuotato di chi da generazioni ne custodiva la terra e l’acqua.
