Nuovi bombardamenti israeliani nel nord di Gaza: tregua violata ancora una volta
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Nuovi bombardamenti israeliani nel nord di Gaza: tregua violata ancora una volta

L’esercito israeliano, citato da Haaretz, ha giustificato i raid sostenendo di aver colpito una “minaccia imminente”. I

Nuovi bombardamenti israeliani nel nord di Gaza: tregua violata ancora una volta
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29 Ottobre 2025 - 17.50


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Nonostante il cessate il fuoco formalmente in vigore, Israele ha bombardato il nord della Striscia di Gaza, colpendo aree densamente popolate e provocando una nuova strage di civili. I media palestinesi parlano di una notte di terrore e di centinaia di esplosioni tra Gaza City e Beit Lahia.

L’esercito israeliano, citato da Haaretz, ha giustificato i raid sostenendo di aver colpito una “minaccia imminente”. In un comunicato, l’Idf ha dichiarato di aver effettuato un “attacco mirato” contro quella che definisce “un’infrastruttura terroristica dove erano immagazzinate armi e droni destinati a un attacco imminente contro Israele”.

Ma il bilancio umano smentisce la narrativa ufficiale. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, oltre 100 persone sono state uccise in meno di dodici ore, tra cui 35 bambini, donne e anziani. Mahmud Bassal, portavoce della Protezione civile, ha denunciato “una serie di bombardamenti senza precedenti in piena notte, che hanno colpito case, scuole e campi profughi”.

L’agenzia AFP, basandosi sui rapporti di cinque ospedali, ha confermato il bilancio delle vittime. I raid hanno colpito anche il campo profughi di Bureij, il quartiere Sabra di Gaza City e la zona di Khan Yunis. I soccorritori, molti dei quali volontari, continuano a scavare tra le macerie per recuperare i corpi delle vittime, mentre le strutture ospedaliere, già al collasso, faticano a gestire il flusso ininterrotto di feriti.

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Paradossalmente, poche ore dopo questa nuova escalation, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver “ripristinato” il cessate il fuoco, in vigore dal 10 ottobre. “A seguito di una serie di attacchi in risposta alle violazioni di Hamas, l’Idf ha iniziato a far rispettare nuovamente il cessate il fuoco”, ha affermato un portavoce militare. Ma la logica è quella, ormai ricorrente, di un cessate il fuoco a senso unico, che Israele infrange ogni volta che decide di reagire a presunte minacce, senza alcuna verifica indipendente.

Secondo fonti militari israeliane citate dal Times of Israel, sarebbero stati colpiti “decine di obiettivi terroristici” e “30 comandanti di Hamas”. Tuttavia, le immagini e i video provenienti dalla Striscia mostrano solo edifici rasi al suolo, corpi di civili estratti dalle macerie e interi quartieri cancellati dalle mappe.

Intanto, il ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato il divieto per il Comitato Internazionale della Croce Rossa di visitare i prigionieri palestinesi detenuti secondo la legge sui cosiddetti “combattenti illegali”. “Le visite ai terroristi danneggerebbero la sicurezza dello Stato”, ha dichiarato Katz, ignorando i principi fondamentali del diritto umanitario internazionale e sancendo di fatto un nuovo passo verso la negazione dei diritti umani ai detenuti palestinesi.

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Sul fronte degli ostaggi, Channel 12 riferisce che Hamas sarebbe pronto a consegnare nei prossimi giorni i corpi di quattro ostaggi uccisi, tra cui quelli che avrebbe voluto rilasciare ieri prima della ripresa dei bombardamenti. Secondo le stesse fonti, 13 corpi di ostaggi rimangono ancora a Gaza, su 28 che Israele afferma debbano essere restituiti.

Ma dopo l’ennesima ondata di morte, parlare ancora di “tregua” appare un atto di ipocrisia. Israele continua a violare il cessate il fuoco, giustificando ogni attacco con la formula della ‘minaccia imminente’, mentre la popolazione di Gaza paga con la vita il prezzo delle sue decisioni militari.

Per gli abitanti della Striscia, ogni notte può essere l’ultima. E la tregua, più che una promessa di pace, è ormai solo una pausa fragile che Israele si riserva di spezzare a proprio piacimento.

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