Le bombe sono tornate a cadere sulla Striscia di Gaza. Dopo settimane di fragile tregua, Israele ha ripreso le operazioni militari su larga scala, colpendo diversi obiettivi in tutta la regione. A riportarlo sono fonti concordanti – tra cui Al Jazeera, Reuters e Financial Times – secondo cui l’IDF ha lanciato una nuova ondata di attacchi, sostenendo di rispondere a presunte violazioni del cessate il fuoco da parte di Hamas.
Una nuova escalation
Fin dalle prime ore del mattino, raid aerei israeliani hanno colpito la Striscia, in particolare il nord e il centro di Gaza. Secondo Al Jazeera, si tratta dell’ondata di bombardamenti “più intensa delle ultime settimane”. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver neutralizzato “25 obiettivi militari”, tra cui depositi di armi e tunnel sotterranei.
Le autorità di Gaza parlano però di centinaia di feriti e di numerose vittime civili, mentre le immagini diffuse dai reporter locali mostrano interi quartieri sventrati dalle esplosioni. Gli ospedali, già allo stremo per la carenza di carburante e medicinali, non riescono più a far fronte all’emergenza.
Il bilancio delle vittime
Secondo le ultime stime diffuse da Reuters e confermate dal Ministero della Salute di Gaza, sono più di 100 i palestinesi uccisi, tra cui almeno 46 bambini, nelle operazioni israeliane degli ultimi giorni. Le cifre restano provvisorie: il numero dei dispersi sotto le macerie è elevato e molte aree sono ancora irraggiungibili per i soccorsi.
Israele accusa Hamas, Gaza parla di punizione collettiva
Tel Aviv giustifica i bombardamenti come “misure preventive” per impedire a Hamas di riarmarsi. Il governo israeliano accusa il movimento palestinese di aver violato i termini della tregua e di aver riattivato tunnel e postazioni di lancio nel nord della Striscia.
Da Gaza, però, Hamas e le autorità locali parlano di “punizione collettiva” e di un attacco mirato a far fallire ogni prospettiva di cessate il fuoco. La popolazione, stremata e sfollata, denuncia che “la tregua non è mai davvero esistita”.
La comunità internazionale osserva
Le Nazioni Unite e le principali ONG confermano il deterioramento della situazione umanitaria ma, finora, nessun organismo internazionale ha annunciato misure concrete per fermare l’escalation.
Mentre le esplosioni continuano a scuotere Gaza e la diplomazia tace, il cessate il fuoco appare ormai solo una parola vuota. In un clima di disperazione crescente, per i gazawi la pace resta lontana quanto mai.