La tregua che uccide: 10 palestinesi morti solo nell'ultimo giorno nonostante la 'pace di Trump'
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La tregua che uccide: 10 palestinesi morti solo nell'ultimo giorno nonostante la 'pace di Trump'

Sotto il linguaggio tecnico delle operazioni di sicurezza, si nasconde una realtà brutale: la guerra non è finita, è solo cambiata di forma.

La tregua che uccide: 10 palestinesi morti solo nell'ultimo giorno nonostante la 'pace di Trump'
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3 Novembre 2025 - 16.17


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Sotto il linguaggio tecnico delle operazioni di sicurezza, si nasconde una realtà brutale: la guerra non è finita, è solo cambiata di forma. Il cessate il fuoco — accolto dalla comunità internazionale come un segno di distensione — si è rivelato un fragile paravento dietro cui le operazioni israeliane continuano. Ogni giorno, tra le rovine, le squadre di soccorso cercano superstiti, mentre decine di corpi restano intrappolati sotto le macerie.

Le autorità di Tel Aviv insistono nel parlare di “azioni difensive”, ma gli osservatori sul campo — dalle agenzie umanitarie dell’ONU alle ONG locali — descrivono una situazione ben diversa: bombardamenti mirati, quartieri cancellati, interi nuclei familiari distrutti. È un copione che si ripete da mesi, con la differenza che oggi si consuma nel silenzio generale, protetto dalla parola magica “tregua”.

Il peso dell’impunità

In Israele, il governo Netanyahu continua a rivendicare il diritto alla sicurezza. Ma la sicurezza di chi? Di certo non quella di chi vive a Gaza, né quella di un popolo ridotto alla fame, privato di cure, acqua, elettricità. Mentre le famiglie scavano con le mani per recuperare i corpi dei propri cari, la comunità internazionale resta ferma alle dichiarazioni di principio, incapace di pretendere che il cessate il fuoco sia davvero tale.

Leggi anche:  Gaza: la tregua si sgretola sotto le nuove offensive israeliane

L’impressione — sempre più forte — è che la tregua sia diventata una copertura politica. Israele agisce con la convinzione di poter colpire impunemente, mentre il mondo, stanco e distratto, volta lo sguardo altrove. Ma ogni vittima civile, ogni bambino sepolto sotto le macerie, è una ferita che si riapre nella coscienza collettiva.

Il silenzio dell’Occidente

Le cancellerie occidentali si trincerano dietro la formula diplomatica del “diritto di Israele a difendersi”. Ma quando la difesa diventa offesa permanente, quando il bilancio dei morti continua a crescere nonostante un cessate il fuoco formale, il diritto si trasforma in arbitrio.

A Gaza non c’è pace, non c’è tregua, non c’è sicurezza. C’è solo una lunga agonia che si consuma tra l’indifferenza e la paura. E mentre i portavoce dell’esercito parlano di “operazioni limitate”, la realtà parla di funerali.

Chi ha a cuore i diritti umani non può più fingere di non vedere. Una tregua che continua a uccidere non è pace: è una menzogna diplomatica che copre una tragedia umanitaria senza fine.

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