di Carlo Cotticelli
La vittoria di Mamdani per la carica di sindaco di New York è un’inversione di tendenza molto importante per la sinistra internazionale, poiché si accompagna ad altri due dati rilevanti: l’aumento del numero dei votanti — quasi il doppio rispetto a quelli che votarono per il sindaco uscente Adams — e altre vittorie dei democratici in Stati come Virginia e New York e per le cariche di sindaco a Detroit e Cincinnati. Inoltre, in California, gli elettori hanno bocciato la riforma dei collegi voluta dai repubblicani, che avrebbe avvantaggiato questi ultimi nelle future competizioni elettorali.
Ma all’occhio vanno anche i numeri con i quali, per distacco molto ampio, hanno vinto gli elettori dell’asinello: una risposta forte alla politica di Trump che può avere conseguenze anche in Europa.
Tuttavia, va evidenziata anche la sconfitta di quelle famiglie che per troppo tempo hanno avuto ruoli di direzione e di influenza all’interno del Partito Democratico, come i Cuomo: sconfitto alle primarie democratiche, Andrew Cuomo ha poi — compiendo una grave scorrettezza — deciso di candidarsi da indipendente a sindaco con l’appoggio di una parte dei repubblicani e di quell’establishment democratico responsabile della sconfitta che ha riportato Trump alla Casa Bianca, con tutte le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.
Mamdani è figlio di una cineasta di Hollywood, quindi ha sicuramente goduto del favore dei media, che poco a poco lo hanno portato a diventare il protagonista della campagna elettorale. Tuttavia, il gruppo dirigente democratico storico si è ulteriormente indebolito, e la sua politica moderata sembra ormai superata dalle esigenze del proprio elettorato.
Le promesse del neosindaco sono molte, e vedremo se riuscirà a portarle a buon fine. Ma sicuramente questo martedì ha segnato la ripresa dell’altra America, dopo un anno terribile.
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