Sam Rasoul, il deputato democratico della Virginia che oggi è il più longevo parlamentare statale musulmano degli Stati Uniti – e che era stato accusato di antisemitismo per aver definito genocidio l’assalto israeliano a Gaza – ha ottenuto una netta vittoria nelle elezioni di martedì. Un successo che, secondo lui, dimostra come gli elettori desiderino soprattutto onestà da parte dei politici.
Rasoul, americano di origine palestinese e membro del parlamento statale dal 2014, ha rafforzato la propria maggioranza nel collegio della Virginia che comprende la città di Roanoke – di orientamento democratico – e aree circostanti fortemente conservatrici. In un’elezione considerata un referendum sulle politiche di Donald Trump, che hanno avuto un impatto rilevante sullo Stato, Rasoul ha aumentato di oltre cinque punti percentuali il proprio consenso rispetto a quattro anni fa, mentre i democratici hanno sconfitto i repubblicani a tutti i livelli, fino alla carica di governatore.
«Una vittoria del 70% nella Bible Belt della Virginia, per un musulmano palestinese, è una conferma che va oltre il semplice trionfo dei democratici: dimostra che si può essere netti nel denunciare il genocidio di Gaza e vincere comunque», ha dichiarato Rasoul al Guardian.
La vittoria è arrivata nonostante mesi di attacchi pubblicitari e critiche da parte di altri dirigenti del suo stesso partito. È stato accusato di incitamento all’odio e di antisemitismo dal suo avversario – un repubblicano di fede ebraica che correva come indipendente – da gruppi pro-Israele e da membri di spicco dei democratici della Virginia, dopo aver definito «la più malvagia pulizia etnica della storia umana» l’uccisione di almeno 70.000 palestinesi a Gaza dall’ottobre 2023, attribuendone la responsabilità al sionismo, descritto come «un’ideologia suprematista creata per distruggere e conquistare tutto ciò che incontra».
«Ma io non credo che le elezioni si vincano sui singoli temi», ha detto Rasoul. «Le vincono l’organizzazione e i rapporti di fiducia. Alla fine la gente vuole sapere solo due cose: se sei onesto con loro e se lavorerai duramente per loro».
Esponente dell’ala più progressista del Partito Democratico, Rasoul – come il suo amico Zohran Mamdani, recentemente eletto sindaco di New York – pone al centro della sua agenda politica la questione del costo della vita.
«Negli ultimi quarant’anni il Partito Democratico è stato così ansioso di compiacere gli interessi speciali da perdere il contatto con gli americani della classe media e lavoratrice», ha spiegato. «Le voci dell’establishment troppo spesso si schierano dalla parte sbagliata della storia e difendono gli interessi sbagliati. Quello che la gente cerca, come si è visto con Zohran e anche nella mia corsa elettorale, sono soluzioni coraggiose che facciano sentire che davvero stiamo lottando per loro».
Mamdani aveva contattato Rasoul per la prima volta nel novembre 2023 – un mese dopo l’inizio dell’invasione israeliana di Gaza – invitandolo a partecipare a uno sciopero della fame davanti alla Casa Bianca. All’epoca Rasoul era molto più conosciuto, tanto che dovette cercare su Google chi fosse il giovane deputato newyorkese prima di accettare.
«Al di là del fatto che sia un socialista democratico, la gente è stanca del linguaggio politico e desidera onestà. Zohran ha saputo offrire contenuti reali in modo coinvolgente, creando un legame emotivo con le persone», ha raccontato Rasoul.
Nato 44 anni fa nella Roanoke Valley, nel sud-ovest della Virginia, da genitori palestinesi fuggiti dalla Cisgiordania occupata dopo la guerra del 1967, Rasoul ha una formazione in amministrazione sanitaria e pianificazione strategica per organizzazioni non profit. Dal 2014 rappresenta Roanoke City, un distretto etnicamente diversificato e a maggioranza democratica (circa 60% bianchi, 30% afroamericani e 10% altri, principalmente ispanici), con 86.000 abitanti prevalentemente cristiani.
È uno dei tre membri musulmani dell’Assemblea generale della Virginia e uno dei soli sette legislatori statali – oltre a un deputato federale, Rashida Tlaib – di origini palestinesi negli Stati Uniti.
Nel corso della sua carriera ha dovuto affrontare numerosi episodi di islamofobia. Durante la sua prima campagna elettorale fu accusato, in un volantino diffuso a livello nazionale, di ricevere fondi da Al-Qaida. Nel 2021, quando si candidò senza successo a vicegovernatore, fu l’unico aspirante a cui, durante un dibattito televisivo, venne chiesto se avrebbe rappresentato i cittadini «indipendentemente dalla fede e dalle convinzioni», domanda che suscitò accuse di islamofobia e le scuse dell’emittente.
Le accuse di antisemitismo sono riesplose nel luglio 2025, dopo che Rasoul aveva pubblicato una foto del libro dello scrittore palestinese Omar El Akkad One Day, Everyone Will Have Always Been Against This. L’intento, ha spiegato, era «chiarire che il genocidio di Gaza non ha nulla a che fare con l’ebraismo, ma è il risultato del sionismo».
Nonostante gli attacchi e il peso del conflitto sulle coscienze degli elettori, Rasoul è convinto che la sua rielezione sia il frutto della coerenza morale e della vicinanza ai problemi concreti – casa, spese e costo della vita.
«Il genocidio non è certo in cima alla lista delle priorità degli elettori, ma temi come Gaza diventano una cartina di tornasole del nostro senso morale. Finché non c’è fiducia, le parole non contano. La gente sa che nei momenti difficili io dico la verità e combatto per le questioni che incidono davvero sulla loro vita», ha spiegato. «Ci presentiamo alle loro porte, alle feste di quartiere, alle chiese, alle scuole: sanno che sono pronto a lavorare per loro.
È così che si vincono le elezioni».
