L’amministrazione Trump ha ordinato agli Stati di interrompere la distribuzione completa dei sussidi alimentari del programma Snap (Supplemental Nutrition Assistance Program), il principale strumento federale di contrasto alla fame negli Stati Uniti.
La decisione, comunicata dal Servizio alimentare e nutrizionale del Dipartimento dell’Agricoltura, impone ai governi statali di erogare soltanto il 65% dei fondi destinati al mese di novembre, a causa dello shutdown federale. Agli Stati che avevano già provveduto ai pagamenti completi è stato intimato di “recuperare” le somme versate in eccesso, pena la cancellazione dei fondi amministrativi o la responsabilità diretta per le “emissioni eccessive”.
In sostanza, la misura vieta agli Stati di sfamare milioni di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, colpendo in modo diretto le famiglie più fragili, i disoccupati e i lavoratori poveri che dipendono dai buoni alimentari per sopravvivere. Si tratta dell’ennesima decisione che conferma la linea sociale e politica di Donald Trump: un modello economico che tutela i grandi patrimoni, le imprese e i redditi più alti, mentre ignora o penalizza chi ha meno.
Mentre la fame e l’insicurezza alimentare crescono in vaste aree del Paese, la Casa Bianca sceglie di stringere ulteriormente le maglie del welfare, trasformando un’emergenza sociale in una questione di disciplina contabile. Dietro la retorica dell’austerità e del controllo della spesa si nasconde, ancora una volta, una visione di società che divide, esclude e condanna i più poveri a pagare il prezzo delle scelte di chi è già al potere.
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