Medici Senza Frontiere (MSF) lancia un nuovo, accorato allarme sulla Striscia di Gaza. A un mese dal fragile cessate il fuoco, la situazione umanitaria resta al limite della sopravvivenza. Le vittime continuano a cadere ogni giorno sotto il fuoco dell’esercito israeliano, soprattutto nei pressi della cosiddetta “Linea Gialla”, mentre le restrizioni imposte all’ingresso degli aiuti umanitari soffocano ogni speranza di sollievo.
In un comunicato diffuso mercoledì, la coordinatrice delle emergenze di MSF, Caroline Seguin, ha descritto un quadro di disperazione quotidiana: “Molti palestinesi rischiano la vita solo per tornare a vedere le proprie case”, ha spiegato, ricordando che i principali ospedali si trovano in aree sotto controllo militare israeliano, “rendendo quasi impossibile raggiungere cure mediche anche per i feriti più gravi”.
La denuncia è chiara: Israele continua a bloccare l’ingresso di aiuti vitali – medicinali, tende, materiali per ripari, kit igienici – aggravando una sofferenza che, come sottolinea Seguin, “è del tutto evitabile”.
Intanto, migliaia di sfollati sopravvivono in tende improvvisate, senza acqua né elettricità. I rifiuti si accumulano, le malattie della pelle, respiratorie e intestinali si diffondono rapidamente, e l’inverno è ormai alle porte.
“Questa emergenza umanitaria – ribadisce MSF – non può più essere ignorata. Serve subito un accesso pieno, sicuro e senza ostacoli per gli aiuti a Gaza.”
Un grido che si leva ancora una volta dal cuore di una popolazione stremata, costretta a vivere nell’ombra della guerra, mentre il mondo continua a voltarsi dall’altra parte.
