Trump inguaiato dalle mail di Epstein: "Virginia Giuffre trascorse ore a casa mia con una ragazza"
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Trump inguaiato dalle mail di Epstein: "Virginia Giuffre trascorse ore a casa mia con una ragazza"

Jeffrey Epstein lo scriveva nero su bianco: “Trump sapeva delle ragazze” e “Virginia Giuffre ha passato ore a casa mia con lui”.

Trump inguaiato dalle mail di Epstein: "Virginia Giuffre trascorse ore a casa mia con una ragazza"
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12 Novembre 2025 - 22.01


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Jeffrey Epstein lo scriveva nero su bianco: “Trump sapeva delle ragazze” e “Virginia Giuffre ha passato ore a casa mia con lui”. Parole pesantissime, firmate dal finanziere pedofilo che, dopo aver distrutto la reputazione del principe Andrea, oggi minaccia di trascinare nel baratro anche l’ex presidente Donald Trump.

Le email, diffuse dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, fanno crollare l’intero castello di menzogne costruito dal tycoon e dalla sua cerchia. Nei messaggi scambiati con la fidanzata e complice Ghislaine Maxwell e con lo scrittore Michael Wolff, Epstein descrive un Trump tutt’altro che ignaro delle sue attività illecite. Una corrispondenza che ribalta le versioni ufficiali sia dell’ex presidente che della Maxwell, quest’ultima ora pronta a chiedere la commutazione della pena dopo vent’anni di carcere.

I Democratici attaccano senza mezzi termini: “Queste email sollevano interrogativi inquietanti su ciò che la Casa Bianca continua a nascondere e sulla reale natura del rapporto tra Epstein e Trump”, denuncia il deputato Robert Garcia.

La reazione della Casa Bianca è rabbiosa: la portavoce Karoline Leavitt accusa l’opposizione di diffondere “false narrazioni”, cercando di coprire con la propaganda l’imbarazzante verità. Ma la difesa appare sempre più traballante.

Trump, dal suo social Truth, ha provato a liquidare la questione come “una bufala democratica”, nel disperato tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai disastri della sua amministrazione. Tuttavia, la pubblicazione di altre 23.000 pagine di documenti provenienti dall’eredità di Epstein ha solo aumentato i sospetti e la rabbia della base repubblicana, che chiede trasparenza totale sui rapporti del presidente con il pedofilo più potente d’America.

Le contraddizioni sono lampanti. Trump ha sempre sostenuto di aver cacciato Epstein da Mar-a-Lago per “comportamenti inappropriati” nei confronti di dipendenti, ma non ha mai ammesso di essere stato a conoscenza di abusi sessuali. Eppure, in una lettera di compleanno al finanziere — un documento ormai noto per i suoi toni osceni — emergeva tutta la familiarità di un’amicizia che il tycoon finge di non ricordare.

Le email più recenti, svelate dal New York Times e dalla CNN, sono un colpo devastante: datate dopo il patteggiamento del 2008 che salvò Epstein dalle accuse di prostituzione minorile, contengono riferimenti diretti al comportamento di Trump. “Il cane che non ha abbaiato è Trump… Virginia Giuffre ha passato ore a casa mia con lui, e lui non è mai stato menzionato dalla polizia”, scriveva Epstein nel 2011. Maxwell rispondeva con complicità: “Ci stavo pensando anch’io…”.

Parole che oggi risuonano come un’ammissione di colpevolezza. Trump, che per anni ha deriso e insultato chiunque indagasse su Epstein, rischia ora di essere travolto dalle stesse prove che ha cercato di seppellire.

Il “cane che non ha abbaiato”, come scriveva Epstein, potrebbe presto diventare quello che dovrà rispondere — finalmente — davanti alla legge.

Vuoi che mantenga questo tono da editoriale politico o preferisci che lo riscriva in stile inchiesta giornalistica (più neutra ma dettagliata)?

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