Greene denuncia minacce e clima ostile dopo la rottura con Trump: “La sua retorica alimenta pericoli reali”
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Greene denuncia minacce e clima ostile dopo la rottura con Trump: “La sua retorica alimenta pericoli reali”

Marjorie Taylor Greene, da anni alleata repubblicana e strenua sostenitrice di Donald Trump e del suo movimento Maga, ha dichiarato sabato di essere stata contattata da agenzie di sicurezza private

Greene denuncia minacce e clima ostile dopo la rottura con Trump: “La sua retorica alimenta pericoli reali”
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15 Novembre 2025 - 23.23


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Marjorie Taylor Greene, da anni alleata repubblicana e strenua sostenitrice di Donald Trump e del suo movimento Maga, ha dichiarato sabato di essere stata contattata da agenzie di sicurezza private “con avvertimenti sulla mia incolumità” dopo che Trump, il giorno precedente, aveva annunciato il ritiro del suo sostegno e del suo endorsement alla deputata della Georgia.

In un post su X, Greene ha scritto che “una marea di minacce contro di me è alimentata e incoraggiata dall’uomo più potente del mondo”, senza citare Trump direttamente, aggiungendo che si tratta “dell’uomo che ho sostenuto e aiutato a far eleggere”.

Greene ha affermato che “la retorica aggressiva contro di me ha in passato portato a minacce di morte e a condanne per uomini radicalizzati da quel tipo di linguaggio. Ora quella stessa retorica arriva dal presidente degli Stati Uniti”.

La deputata non ha specificato quali minacce sarebbero state segnalate dalle società di sicurezza, ma ha dichiarato: “Come donna, prendo sul serio le minacce di uomini. Ora capisco, almeno in parte, la paura e la pressione che provano le donne vittime di Jeffrey Epstein e della sua rete”.

Greene ha aggiunto che, pur votando “schiacciante­mente” a favore delle leggi repubblicane, “la sua aggressività contro di me alimenta la natura velenosa dei suoi troll radicali su internet (molti dei quali sono pagati). Per tutti è qualcosa di scioccante”.

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L’accusa richiama quella spesso lanciata da Trump e dai suoi funzionari, secondo i quali i democratici avrebbero usato “figuranti pagati” nelle proteste.

In seguito, Greene ha pubblicato su X un grafico dell’aumento dei prezzi della spesa alimentare, definendolo “un avvertimento definitivo per tutti i miei colleghi repubblicani” e collegandolo al voto in Congresso della prossima settimana sulla pubblicazione dei nuovi documenti del caso Epstein.

“Se martedì voterete NO alla pubblicazione dei file Epstein, affronterete la rabbia dell’America”, ha scritto. “I repubblicani non hanno il sostegno delle donne, e questo ne è un esempio perfetto”.

Il nuovo post si inserisce in un crescendo di tensioni tra Greene e Trump, soprattutto sul rilascio dei documenti governativi relativi a Jeffrey Epstein, che la deputata sostiene. Il presidente della Camera, Mike Johnson, dovrebbe tenere un voto la prossima settimana per decidere se rilasciare tutte le comunicazioni e i documenti non classificati.

Trump, sui social, è esploso: “Marjorie ‘Traditrice’ Greene è una vergogna per il nostro GRANDE PARTITO REPUBBLICANO!”, aggiungendo che appoggerà un candidato contro di lei alle prossime elezioni di metà mandato “se si presenterà la persona giusta”.

Greene, sempre sabato, ha scritto su X che non avrebbe mai immaginato di trovarsi “a lottare per pubblicare i file Epstein, a difendere donne vittime di stupro e a cercare di smascherare la rete dei ricchi potenti coinvolti. Eppure eccoci qui”.

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Lo scontro, covato per mesi, è ormai esploso apertamente: la deputata, un tempo solidamente allineata al trumpismo, si è trovata in opposizione a Trump su vari temi, tra cui gli aiuti militari a Israele, il rischio di shutdown del governo e la vicenda dei documenti su Epstein.

Trump l’ha accusata di essere “andata troppo a sinistra”, lamentandosi che negli ultimi mesi non avrebbe fatto altro che “lamentarsi, lamentarsi, lamentarsi!”, aggiungendo: “Non posso sopportare le telefonate quotidiane di una maniaca in preda ai suoi sfoghi”.

Greene ha poi dichiarato di aver sostenuto Trump “con troppo del mio tempo, troppo del mio denaro, e di aver combattuto per lui anche quando quasi tutti gli altri repubblicani gli avevano voltato le spalle”. Ha aggiunto: “Non adoro né servo Donald Trump”.

Trump ha spesso avuto guerre verbali con alleati politici, incluso Elon Musk, salvo poi riconciliarsi. Come Musk, anche la svolta di Greene sembra collegata alla percezione che Trump stia diluendo la linea “America First”, impegnandosi in progetti di pace all’estero.

La frattura risale almeno a maggio, quando Greene annunciò che non avrebbe corso per il Senato e attaccò donatori e consulenti repubblicani che ritenevano non potesse vincere. Successivamente ha detto che non si candiderà a governatrice della Georgia, accusando il sistema politico statale di essere dominato da una “cricca”.

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A giugno si è schierata con altri dissidenti Maga, tra cui Tucker Carlson, contro una possibile operazione americana di cambio di regime in Iran.

Con il crescere della pressione sui file Epstein, Greene si è collocata in aperto contrasto con l’amministrazione, che ha mostrato resistenza nel pubblicare integralmente i documenti. A settembre ha dichiarato di voler smascherare la “rete di stupro e pedofilia” legata a Epstein, aggiungendo che, se dovesse succederle qualcosa, “non sono suicida”.

All’inizio del mese ha poi criticato duramente il suo stesso partito durante un intervento al programma The View, definendo il Congresso controllato dai repubblicani “un imbarazzo” per non essere stato in sessione per più di un mese, e dicendo di essere “stanca del continuo gioco di potere a Washington tra gli uomini”.

Alla domanda se intendesse diventare democratica, ha risposto che entrambi i partiti hanno fallito e che servono donne pronte a guidare il Paese. “La nostra bandiera a stelle e strisce viene fatta a pezzi”, ha concluso. “E penso che servano donne mature per ricucirla”.

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