Kallas si 'veste' da falco dice che la Ue deve essere pronta alla guerra con la Russia

Kallas non ha risparmiato critiche all’inerzia europea. “L’Europa è paralizzata dall’attesa, mentre l’Ucraina combatte ogni giorno per la nostra sicurezza condivisa”

Kallas si 'veste' da falco dice che la Ue deve essere pronta alla guerra con la Russia
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

16 Novembre 2025 - 11.41


ATF AMP

In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, si è vestita da falco e ha lanciato un monito che lascia sgomenti e perplessi: l’Europa deve prepararsi a uno scenario di conflitto più ampio, con la Russia che continua a minacciare la stabilità del continente.

Top Right AMP

“Dobbiamo essere pronti alla guerra”, ha dichiarato Kallas durante una conferenza stampa a margine di un vertice informale, sottolineando la necessità di rafforzare le difese comuni e accelerare il sostegno militare all’Ucraina. Le sue parole, pronunciate in un momento in cui Mosca intensifica gli attacchi sul fronte orientale, hanno riecheggiato come un campanello d’allarme per i leader europei, già alle prese con divisioni interne e pressioni economiche.

Il fulcro del dibattito si è spostato ieri a Berlino, dove si è riunito il cosiddetto “gruppo dei cinque” – un’alleanza informale tra Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia – per discutere strategie di lungo termine contro l’aggressione russa. L’incontro, ospitato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, aveva come obiettivo principale quello di sbloccare le risorse necessarie per un piano di assistenza pluriennale a Kiev. Al centro dei colloqui, i circa 300 miliardi di euro di asset russi congelati nelle banche europee dopo l’invasione del 2022. L’idea, caldeggiata da diversi Stati membri, è di utilizzare questi fondi per finanziare armamenti e ricostruzione in Ucraina, trasformando il “tesoro congelato” in un’arma economica contro Putin.

Dynamic 1 AMP

Tuttavia, dopo ore di negoziati serrati, il summit si è concluso con un nulla di fatto. “Nessuna decisione concreta è stata presa”, ha ammesso un portavoce del governo tedesco al termine della riunione, citando divergenze tra i partner. Da un lato, i paesi baltici e dell’Est Europa, con Kallas in prima linea, spingono per un’azione rapida e decisa, temendo che ogni ritardo favorisca l’avanzata russa. Dall’altro, nazioni come la Germania e la Francia esprimono cautele legali e finanziarie: Bonn teme ritorsioni da Mosca sulle forniture energetiche residue, mentre Parigi insiste su un quadro giuridico solido per evitare ricorsi internazionali. L’Italia, rappresentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha ribadito il sostegno all’Ucraina ma ha posto l’accento su una “soluzione equilibrata” che non comprometta la stabilità economica dell’Eurozona.

Kallas non ha risparmiato critiche all’inerzia europea. “L’Europa è paralizzata dall’attesa, mentre l’Ucraina combatte ogni giorno per la nostra sicurezza condivisa”, ha proseguito l’ex premier estone, che da quando ha assunto il ruolo a Bruxelles nel 2024 ha adottato un profilo hawkish sulla Russia. Ha evocato scenari cupi: un possibile allargamento del conflitto ai confini Nato, con la Bielorussia come potenziale alleato di Mosca, e ha invocato l’urgenza di aumentare la spesa per la difesa al 2% del Pil per tutti i membri Ue. “Non possiamo più permetterci di essere spettatori: la guerra è già qui, e tocca a noi scegliere se vincerla o subirla”, ha concluso, citando dati recenti che indicano un incremento del 20% negli attacchi russi nelle ultime settimane.

Le implicazioni di questo stallo sono profonde. Mentre Kiev attende disperatamente munizioni e sistemi antiaerei – con Zelensky che ha rinnovato appelli per un “prestito” dagli asset russi – l’Ue rischia di perdere credibilità come attore globale. Il Parlamento europeo, in sessione straordinaria la prossima settimana, potrebbe forzare la mano con una risoluzione non vincolante, ma analisti dubitano che basti a superare le resistenze nazionali. Intanto, gli Stati Uniti, sotto la nuova amministrazione Trump, segnalano un ridimensionamento del loro impegno, lasciando l’Europa come principale pilastro del sostegno ucraino.

Dynamic 1 AMP

In questo quadro incerto, le parole di Kallas rappresentano non solo un invito all’azione, ma un test per l’unità europea. Prepararsi alla guerra significa oggi decidere se gli asset congelati diventeranno il ponte per la pace o il simbolo di un’Europa divisa. Il tempo stringe, e il fronte ucraino non aspetta.


FloorAD AMP
Exit mobile version