Netanyahu rilancia l’espulsione di Hamas nonostante il via libera Onu al piano Trump per una tregua duratura
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Netanyahu rilancia l’espulsione di Hamas nonostante il via libera Onu al piano Trump per una tregua duratura

Netanyahu aveva già espresso il proprio sostegno al progetto durante una visita alla Casa Bianca a fine settembre. Tuttavia, le sue ultime dichiarazioni indicano differenze con Washington su come procedere.

Netanyahu rilancia l’espulsione di Hamas nonostante il via libera Onu al piano Trump per una tregua duratura
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18 Novembre 2025 - 19.02


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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato martedì che Hamas deve essere “espulso dalla regione”, un giorno dopo che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato il piano del presidente Donald Trump per porre fine alla guerra, un piano che offre al gruppo palestinese un’amnistia.

Netanyahu aveva già espresso il proprio sostegno al progetto durante una visita alla Casa Bianca a fine settembre. Tuttavia, le sue ultime dichiarazioni indicano differenze con Washington su come procedere. Anche Hamas ha contestato alcune parti del piano.

Secondo diversi diplomatici, le posizioni rigide sia di Israele che di Hamas rendono difficile far avanzare un progetto che non prevede scadenze precise né meccanismi di applicazione. Nonostante ciò, il piano ha ricevuto un forte sostegno internazionale.

Martedì Netanyahu ha pubblicato una serie di messaggi su X dopo il voto dell’ONU. In uno ha lodato Trump; in un altro ha scritto che per il governo israeliano il piano potrebbe portare “pace e prosperità” perché prevede la “completa smilitarizzazione, disarmo e deradicalizzazione di Gaza”. Ha aggiunto che Israele “tende la mano a tutti i vicini” e invita i Paesi della regione a “unirsi per espellere Hamas e i suoi sostenitori”.

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Interrogato sul significato della parola “espellere”, un portavoce di Netanyahu ha spiegato che si tratta di “garantire che Hamas non esista più a Gaza, come stabilito nel piano in 20 punti, e che non abbia alcuna possibilità di governare la popolazione palestinese nella Striscia”.

Il piano non prevede l’espulsione di Hamas

Nel dettaglio, la proposta di Trump prevede che i membri di Hamas che accetteranno la convivenza pacifica e consegneranno le armi riceveranno l’amnistia; coloro che vorranno lasciare Gaza potranno farlo con un passaggio sicuro verso Paesi terzi. Un altro punto stabilisce che Hamas non avrà alcun ruolo nel governo del territorio. Non esiste però una clausola che imponga lo scioglimento del gruppo o il suo allontanamento dalla Striscia.

Il piano prevede inoltre che riforme dell’Autorità Palestinese, con sede in Cisgiordania, possano creare “le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese”.

Domenica, alla vigilia del voto ONU, Netanyahu aveva ribadito l’opposizione del governo alla creazione di uno Stato palestinese, dopo le proteste dei partiti dell’estrema destra della coalizione contro una dichiarazione sostenuta dagli Stati Uniti che indicava un possibile percorso verso l’indipendenza palestinese. Il premier israeliano resta contrario anche al ritorno dell’Autorità Palestinese a Gaza.

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Forza multinazionale per il dopoguerra

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza autorizza il dispiegamento temporaneo di una forza multinazionale a Gaza per stabilizzare il territorio. Il testo prevede anche la possibilità per gli Stati membri di partecipare a un “Consiglio della Pace” incaricato della ricostruzione e della ripresa economica.

Hamas ha criticato la risoluzione, sostenendo che non risponde alle “necessità e ai diritti politici e umanitari” del popolo palestinese, che respinge l’idea di un’amministrazione internazionale su Gaza. Il gruppo ha affermato che un’eventuale forza internazionale dovrebbe operare solo ai confini della Striscia per monitorare il cessate il fuoco e sotto supervisione ONU, avvertendo che perderebbe neutralità se tentasse di disarmare Hamas.

Per Reham Owda, analista politica palestinese di Gaza, la posizione di Hamas rappresenta un’obiezione più che un rifiuto totale, volta a negoziare i meccanismi di intervento e il ruolo del Consiglio della Pace.

Un cessate il fuoco tra Israele e Hamas è in vigore dal 10 ottobre, nell’ambito del piano multiphase di Trump per mettere fine alla guerra. Israele ha ritirato parte delle proprie truppe ma mantiene il controllo del 53% della Striscia, e le due parti si accusano reciprocamente di violazioni.

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Abu Abdallah, un imprenditore sfollato nel centro di Gaza, ha dichiarato che molti palestinesi sarebbero favorevoli a una forza internazionale se questa garantisse il ritiro totale di Israele: “Hamas non può decidere da solo il nostro destino, ma non vogliamo passare da un’occupazione israeliana a un’altra occupazione internazionale”.

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