Kirill – il Patriarca di Putin – se proprio non riscrive, certamente si lancia in una spericolata interpretazione dei Dieci Comandamenti, più precisamente del quinto: “Non uccidere”.
Parlando ad una riunione del Consiglio Popolare Mondiale Russo, in occasione di uno spazio dedicato all’80esimo anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica, la seconda guerra mondiale, il capo della Chiesa Ortodossa russa ha detto che sono in linea con il quinto comandamento, e non hanno da temere l’inferno, quanti “si alzano per difendere la Patria contro il male che toglie la vita alle persone”.
Tutto sta nell’individuazione del male, e nella narrazione di Kirill le cose stanno come le racconta Putin. Infatti il Patriarca di Mosca è andato dritto alla guerra di invasione che Putin ha scatenato contro l’Ucraina; guerra regolarmente giustificata dal capo della Chiesa Ortodossa con le tesi in fotocopia del suo antico amico del Cremlino.
Kirill ha definito la guerra all’Ucraina “la continuazione di quella guerra incompiuta finita con la Grande Vittoria del 1945, ma con la quale non riuscimmo a sradicare completamente il male del nazismo”.
In sintesi, nelle parole di Kirill torna il leitmotiv “Ucraina uguale nazismo”.