La segretaria del Pd Elly Schlein afferma che «La pace non è una resa, basta ambiguità nel governo». Secondo lei, la pace non può significare la capitolazione davanti alle ragioni dell’aggressore, che continua a lanciare attacchi brutali. Per questo è indispensabile che Ucraina e Ue partecipino al negoziato, e non venga lasciato tutto alle conversazioni fra Trump e Putin. L’Unione europea deve assumere una forte iniziativa politica e diplomatica.
Schlein aggiunge: «Non si può negoziare una pace giusta senza che a quel tavolo sieda il Paese che ha subito un’invasione criminale. E che accanto all’Ucraina sieda anche l’Unione europea, unita e compatta, per difendere gli interessi di sicurezza ucraini e quelli europei». Fa riferimento alle parole del cardinale Zuppi — «Non puoi fare la pace senza l’Ucraina» — che riassumono la sua profonda preoccupazione.
La segretaria dem spiega che da anni chiede all’Europa una strategia diplomatica: creare le condizioni per un negoziato che porti a una pace duratura, coinvolgendo tutte le parti e la comunità internazionale. Aggiunge che la pace è il desiderio primario degli ucraini, e allo stesso tempo un interesse strategico per l’Europa.
Schlein sottolinea che una pace vera non deve distruggere l’ordine internazionale fondato sul diritto internazionale e le regole condivise, né riportare un’era dominata dalla sopraffazione e dalla legge del più forte. Critica anche il presunto «piano di pace» proveniente dall’entourage di Donald Trump: secondo lei, non sarebbe affatto una proposta di pace, ma un progetto per legittimare l’espansionismo russo e mettere in discussione la struttura di sicurezza europea.
Inoltre, la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, ricorda che le “garanzie” russe si sono spesso rivelate vane: cita il Memorandum di Budapest, gli accordi di Minsk e l’occupazione della Crimea e del Donbass. Affidare la sicurezza dell’Europa a impegni unilaterali di Mosca, secondo lei, significherebbe ignorare vent’anni di prove storiche.
Per il leader di Azione, Carlo Calenda, se l’Europa non avrà la forza di respingere il piano scritto da Trump e Putin, rischia di disgregarsi rapidamente. E rileva che il governo italiano non ha ancora espresso una posizione chiara, un silenzio che sembra indicare una possibile “giravolta” inaccettabile: «Se mollate l’Ucraina, rinunciate a combattere la battaglia fondamentale per la nostra libertà e per la nostra sovranità».
