Il futuro sindaco di New York, Zohran Mamdani, afferma di considerare ancora Donald Trump un fascista, nonostante il sorprendente clima disteso durante il loro incontro alla Casa Bianca questa settimana.
«È qualcosa che ho detto in passato e che ripeto oggi», ha dichiarato Mamdani, che si definisce un socialista democratico, in un’intervista trasmessa dalla NBC.
Le sue parole arrivano due giorni dopo il faccia a faccia con Trump, in cui i due — dopo mesi di accuse reciproche — hanno promesso di collaborare per il futuro della città.
Trump, cresciuto a New York, aveva definito Mamdani «un pazzo comunista al 100%» dopo la sua vittoria elettorale. Mamdani, dal canto suo, aveva accusato il presidente di «attaccare la democrazia». Durante l’incontro alla Casa Bianca, Trump aveva persino preso le difese del sindaco eletto quando un giornalista gli ha chiesto se considerasse ancora il presidente un fascista. «Va bene, diglielo», ha detto Trump. «È più semplice che spiegarlo. Non mi offendo.»
Nell’intervista a NBC, Mamdani ha spiegato ulteriormente la sua posizione: «Ho apprezzato il fatto che non abbiamo evitato i punti di disaccordo, le divergenze politiche che ci hanno portati fin qui. È stato un incontro produttivo, centrato più volte sui temi della nostra campagna: il costo delle abitazioni, dell’assistenza ai figli, dei generi alimentari, delle utenze.»
Dopo aver minacciato in passato di tagliare i fondi federali a New York e di inviare la Guardia nazionale, Trump ha elogiato la storica elezione di Mamdani, dicendosi convinto che «possa fare un ottimo lavoro». «Abbiamo avuto un incontro molto produttivo», ha aggiunto. «Abbiamo una cosa in comune: vogliamo che la nostra città, che amiamo, prosperi. Lo aiuteremo a realizzare il sogno di tutti: una New York forte e sicura.»
Kevin Hassett, direttore del Consiglio Economico Nazionale, ha dichiarato alla CNN che Trump vuole collaborare con chiunque abbia a cuore il futuro degli americani. «A volte siamo in disaccordo sulle politiche», ha detto, «ma l’obiettivo di migliorare la vita delle persone è condiviso sia da democratici che da repubblicani.»
