Perché in Occidente si difende Putin mentre la democrazia arretra e l’Europa rischia un nuovo ordine autoritario
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Perché in Occidente si difende Putin mentre la democrazia arretra e l’Europa rischia un nuovo ordine autoritario

Putin non ci darà la pace, perché siamo entrati nella fase attiva di una nuova divisione del mondo, una divisione in cui l'Europa, come potenza politica, e soprattutto come sistema politico, non deve avere valore.

Perché in Occidente si difende Putin mentre la democrazia arretra e l’Europa rischia un nuovo ordine autoritario
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24 Novembre 2025 - 16.52


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Sto guardando i commenti e ci sono abbastanza abituata, mi dico che dovrei ancora commentarli, o almeno tenerli a mente, voglio dire commenti di utenti che non erano ancora apparsi sotto le mie riflessioni, di queste nuvole, questi “non followers” che improvvisamente mi scoprono per operazione dello Spirito Santo e riempiono il mio dire di esclamazioni e sarcasmo. 

È vero che ci sono stati un sacco di troll africani, come al solito, signori che, in Africa, quando il loro profilo pubblico mostra qualcosa, amano moltissimo la loro famiglia, o il calcio, o grandi citazioni di grandi scrittori, quello che in russo viene chiamato “sì, come detto”Napoleone,” e chi improvvisamente si rivelano i grandi difensori della Russia attaccati dall’Occidente, ma, questa volta, sono stati troppi, troppi uomini e donne, se questi profili sono veri degli occidentali, che difendono Putin, odiano l’Ucraina e, soprattutto, Macron. 

Non difenderò il nostro Presidente per altri 18 mesi, anche se, si sa, può cambiare molto velocemente, e la mia domanda non è affatto Macron. 

Cosa chiedeva la gente, in Ucraina, anche nelle aree russofone, nel 2014? 

Hanno chiesto che le loro voci contassero. Perché Putin ha iniziato una guerra totale nel 2022, e non prima, perché non ha cercato di spingere il suo vantaggio nel 2014, quando l’esercito russo, vestito da milizie, o non vestito affatto, era molto più forte dell’esercito ucraino? 

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L’ho già detto e lo ribadisco: ha attaccato nel 2022 per due motivi, il primo è stato la disorganizzazione dell’Occidente, poi, soprattutto, il Covid. 

La seconda è stata la vittoria di Zelensky, di lingua russa, e, infatti, la prova che l’Ucraina era, persino corrotta fino al midollo, come tutti i paesi del blocco orientale, ereditata nemmeno dall’URSS ma da molto tempo, è diventata uno stato democratico, e che la democrazia era radicata in esso. 

È intervenuto nel 2022 perché nazionalisti ucraini, fascisti, bandieristi, eredi dei collaboratori nazisti, che avevano avuto un ruolo importante negli anni 2000 e 2010, sono stati picchiati nelle urne e che, appunto, l’Ucraina non era più un flagista come nelle leggi commemorative che avevano lasciato. 

Quello che Putin attacca non è l’Ucraina indipendente, no: è un’Ucraina indipendente e democratica, un’Ucraina in cui si può rovesciare un governo, in cui le elezioni non sono truccate. 

Questa è un’Ucraina viva, non una bandiera, non uno slogan.

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La democrazia sta lottando per dare a chi la odia il diritto di odiarla senza che quell’odio gli costi nulla tranne il disaccordo della maggioranza.

Ma qui, tra le mille e una follia che ho letto, anche se non esito a decimare, oggi, quando la persona si diffonde nei commenti, o se commenta una cronaca di guerra con un emoji ridente, che la trovo oscena, ce n’è una che ha colpito Putin. Un tizio, che non conosco, ovviamente, scrive: 

“Ma Putin dovrebbe riprendersi la sua Ucraina e lasciarci in pace!”

Faccio notare al signore che l’Ucraina non è la “sua” Ucraina, e ha ragione, Zelensky aveva dato una risposta simile all’oscena osservazione di Putin. 

Ma l’indifferenza alle sorti dell’Ucraina porta alla seconda parte della frase: “vaffanculo in pace!”.

Putin non ci darà la pace, perché siamo entrati nella fase attiva di una nuova divisione del mondo, una divisione in cui l’Europa, come potenza politica, e soprattutto come sistema politico, non deve avere valore. 

L’Europa deve essere interamente di Putin: non che i carri armati russi sfileranno sugli Champs-Elysées, ma semplicemente, paese dopo paese, il campo delle libertà è limitato dalla vittoria elettorale degli alleati di Putin: 

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in Francia, la vittoria, legale, democratica, del RN, aiutata dalla strategia di confronto di LFI a impedire qualsiasi unione di sinistra. 

E Dio mi scampi, oggi, di commentare il marasma già presente, con questa farsa, sì, tragica e grottesca, di bilancio bocciato da tutti i deputati. 

Quello che voglio dire è che temo che coloro che difendono la Russia nella sua guerra di aggressione, senza alcun riguardo per la distruzione, per il terrore imposto alle presunte popolazioni abbiano subito il “genocidio ucraino” e siano stati privati di tutti i diritti da Kiev, che queste persone, allora, non combattete per il proprio silenzio, perché la differenza tra corruzione russa e corruzione ucraina è radicale: 

in Russia, non solo le indagini sono impossibili, ma qualsiasi parola di opposizione, no, nessuna opposizione, disaccordo, vale la galera, vale la tortura.

Pace, Putin non ci fotte, no.  Lui da una parte e lui dall’altra, intendo dire lui da una parte, Trump dall’altra, e dietro, va ovviamente, la Cina. 

La guerra continua, il crollo è qui. 

Dovremo resistergli, non so come, altrimenti Danzica ci costerà la vita

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