L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato trasferito in una stanza di 12 metri quadrati all’interno di una base della polizia a Brasília, dove dovrà iniziare a scontare la condanna a 27 anni per aver complottato un colpo di stato.
Il leader populista di estrema destra, che ha governato la più grande democrazia dell’America Latina dal 2019 al 2022, era stato condannato in settembre dopo che la Corte suprema lo aveva ritenuto colpevole di aver guidato una cospirazione criminale volta a impedire l’insediamento del suo rivale di sinistra, Luiz Inácio Lula da Silva.
Secondo la sentenza, il piano prevedeva persino l’assassinio di Lula e del suo vice, Geraldo Alckmin, ma naufragò quando i vertici militari si rifiutarono di partecipare. I giudici hanno poi condannato Bolsonaro e altri sei alleati per aver tentato di “annientare” la democrazia brasiliana e riportare il Paese alla dittatura.
Martedì, il giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes ha stabilito che la pena dovesse essere immediatamente eseguita, al termine dell’iter degli appelli. Da agosto Bolsonaro si trovava agli arresti domiciliari ed è stato nuovamente preso in custodia sabato, dopo aver tentato senza successo di rimuovere con un saldatore il braccialetto elettronico.
Anche i suoi sei co-cospiratori sono stati avviati all’esecuzione della pena.
L’ex ministro della Difesa, il generale Paulo Sérgio Nogueira de Oliveira, e l’ex ministro della Sicurezza istituzionale, il generale Augusto Heleno, sono stati arrestati e reclusi nel Comando militare del Planalto, sempre a Brasília. Sono stati condannati rispettivamente a 19 e 21 anni.
L’ex comandante della Marina, l’ammiraglio Almir Garnier Santos, condannato a 24 anni, è stato arrestato da ufficiali della Marina e trattenuto in una base navale.
L’ex ministro della Difesa, il generale Walter Braga Netto, già arrestato lo scorso dicembre, deve scontare una pena di 26 anni.
L’ex ministro della Giustizia, Anderson Torres, condannato a 24 anni, dovrebbe essere trasferito nel penitenziario per agenti di polizia e altri detenuti “speciali” noto come Papudinha.
L’ex capo dei servizi segreti, Alexandre Ramagem, condannato a 16 anni, è invece fuggito di recente negli Stati Uniti per evitare il carcere.
La detenzione di Bolsonaro ha scatenato scene di entusiasmo tra i brasiliani progressisti, che ricordano i suoi quattro anni di governo come un periodo di devastazione ambientale, isolamento internazionale e ostilità verso le minoranze. Centinaia di migliaia di cittadini morirono durante la pandemia di Covid-19, che Bolsonaro fu accusato di aver gestito in modo catastrofico con posizioni apertamente antiscientifiche.
A Rio de Janeiro, il proprietario di un negozio di dischi, Mustafa Baba-Aissa, ha appeso un grande striscione bianco sulla facciata: “Bolsonaro è in carcere!”. “È un uomo spregevole che ha passato la vita a vivere di denaro pubblico… Non capisco come possa essere stato eletto”, ha dichiarato, mostrando i poster fatti in casa che celebrano la caduta dell’ex presidente.
I sostenitori di Bolsonaro denunciano invece un’ingiustizia nei confronti del loro leader, ex paracadutista eletto nel 2018 e promotore di una narrativa simile a quella di Donald Trump. “È stato sequestrato”, ha protestato Ronny de Souza, 43 anni, che staziona davanti alla base federale dove Bolsonaro è detenuto, sostenendo che il politico stesse per fuggire in un’ambasciata.
Lenildo Mendes dos Santos Sertão, politico amazzonico noto come “Delegado Caveira”, ha accusato i giudici di una persecuzione: “Ha combattuto contro il sistema, e il sistema ora lo ha incarcerato in modo illegale e ingiusto”.
Molti bolsonaristi promettono di continuare la battaglia politica, nonostante il loro leader sia ormai fuori gioco. “Rappresenta milioni di persone”, ha detto Souza, prevedendo grandi manifestazioni a Brasília. Ma finora non si è vista alcuna mobilitazione di massa: solo piccoli gruppi di fedelissimi pregano e protestano davanti al complesso della polizia federale.
Secondo gli esperti, l’influenza di Bolsonaro è crollata negli ultimi mesi, soprattutto dopo l’episodio del braccialetto elettronico. Camila Rocha, politologa specializzata sulla nuova destra brasiliana, afferma che i sondaggi mostrano un calo netto del suo sostegno, nelle strade e sui social: solo il 13% degli elettori lo sostiene “a prescindere”. A un comizio organizzato dalla sua famiglia a Brasília il mese scorso hanno partecipato circa 2.000 persone, una folla minuscola rispetto ai raduni imponenti dei tempi d’oro.
“Possono esserci altre proteste, certo. Ma la tendenza al declino è ormai chiara”, ha detto Rocha, secondo cui Bolsonaro è in “un vicolo cieco”.
Il suo arresto, sostiene la studiosa, favorisce sia i politici di destra che puntano a ereditarne i voti, sia gli elettori che sperano in una riduzione dell’estremismo antidemocratico.
Non tutti gli alleati condannati sono però finiti in cella. Ramagem, l’ex direttore dell’agenzia d’intelligence Abin, è riuscito a lasciare il Paese nonostante il passaporto fosse stato revocato. “Sono al sicuro negli Stati Uniti”, ha dichiarato in un video, invitando i bolsonaristi a scendere in piazza in difesa del loro “grande leader”.
Martedì pomeriggio, con i condannati che iniziavano a scontare le pene, non c’era però alcun segno che il suo appello fosse stato raccolto.
Dopo una visita al padre, il consigliere comunale di Rio Carlos Bolsonaro ha riferito ai giornalisti: “È psicologicamente devastato”.