I medici israeliani rifiutano di partecipare alle esecuzioni capitali come vorrebbe Netanyahu

L’Associazione Medica Israeliana (IMA) ha dichiarato con forza che i medici non si faranno “coinvolgere nelle esecuzioni capitali”.

I medici israeliani rifiutano di partecipare alle esecuzioni capitali come vorrebbe Netanyahu
Netanyahu e Ben Gvir
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25 Novembre 2025 - 18.45


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L’Associazione Medica Israeliana (IMA) ha dichiarato con forza che i medici non si faranno “coinvolgere nelle esecuzioni capitali”. È quanto ha affermato Alberto Olchovsky, rappresentante dell’IMA, durante un’audizione davanti alla Commissione per la Sicurezza Nazionale della Knesset, dopo che è emerso che le condanne a morte saranno eseguite tramite iniezione letale. “L’Associazione Medica Mondiale ha stabilito che il coinvolgimento dei medici nelle esecuzioni è eticamente inaccettabile in qualsiasi fase, inclusa la preparazione e la consulenza. Le nostre conoscenze non devono essere utilizzate per scopi che non promuovano la salute e il benessere”, ha sottolineato Olchovsky.

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Secondo il disegno di legge, promosso dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, la sentenza di morte sarà emessa da un giudice solo, anziché da un collegio di giudici, e non sarà possibile appellarsi. Dopo 90 giorni, il condannato sarà giustiziato.

La proposta, già approvata in prima lettura alla Knesset con 39 voti a favore e 16 contrari, prevede che l’esecuzione sia effettuata dall’Israel Prison Service mediante iniezione letale.

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Ciò comporta un ruolo cruciale per i medici, non solo nella somministrazione del farmaco: saranno necessari per scegliere il tipo di sostanza letale, calcolare le dosi in base al peso corporeo del condannato e gestire altre fasi preparatorie. Secondo l’IMA, queste competenze non possono essere delegate ad altri operatori sanitari, come infermieri o paramedici.

L’IA­MA si oppone anche in nome dei suoi obblighi deontologici: i codici professionali, dicono, proibiscono la partecipazione dei medici alle esecuzioni, perché trasformerebbe la medicina in “uno strumento dello Stato per causare la morte di una persona”.

Secondo quanto riporta il Times of Israel, il comitato della Knesset sta valutando emendamenti ancora più duri al progetto di legge, tra cui l’esecuzione entro 90 giorni e l’eliminazione del diritto di appello.

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La posizione dell’IMA ha provocato forti tensioni politiche. Come riportato da Haaretz, il disegno di legge ha suscitato critiche in seno all’opposizione, che denuncia un’impostazione discriminatoria: la pena di morte prevista si applicherebbe solo a chi “uccide un ebreo”, escludendo altri casi.

Nel corso dell’audizione in Knesset, il rappresentante dell’IMA è stato rimosso dopo aver insistito sul rifiuto del coinvolgimento medico nelle esecuzioni, affermando che partecipare violerebbe gli standard etici e professionali.

Un articolo di Haaretz osserva che questo dibattito mette in luce una profonda frattura morale in Israele, tra la spinta delle forze di estrema destra a reintrodurre la pena di morte per “terroristi” e la resistenza di esponenti della società civile che invocano il rispetto dei principi medici internazionali.

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