Von der Leyen contro lo "smembramento" dell’Ucraina alla vigilia dei negoziati guidati dagli Stati Uniti
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Von der Leyen contro lo "smembramento" dell’Ucraina alla vigilia dei negoziati guidati dagli Stati Uniti

Ursula von der Leyen ha detto che la Russia non mostra “alcun segnale di reale volontà di porre fine al conflitto” e continua a muoversi con la stessa mentalità dell’epoca di Yalta

Von der Leyen contro lo "smembramento" dell’Ucraina alla vigilia dei negoziati guidati dagli Stati Uniti
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26 Novembre 2025 - 21.55


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La presidente della Commissione europea ha messo in guardia contro “il ritaglio unilaterale di una nazione europea sovrana”, mentre l’Europa tenta di riaffermare la propria influenza di fronte agli sforzi statunitensi per porre fine alla guerra in Ucraina.

Parlando ai deputati europei a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha detto che la Russia non mostra “alcun segnale di reale volontà di porre fine al conflitto” e continua a muoversi con la stessa mentalità dell’epoca di Yalta – il contestato vertice del 1945 che ridisegnò l’ordine postbellico.

“Dobbiamo essere chiari: non può esserci alcun ritaglio unilaterale di una nazione europea sovrana, e i confini non possono essere cambiati con la forza. Se oggi legittimiamo e formalizziamo la violazione dei confini, apriamo la strada a nuove guerre domani. Non possiamo permetterlo.”

Gli Stati Uniti continuano a spingere per una fine del conflitto. L’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff – già smascherato mentre suggeriva al Cremlino come conquistare il favore del leader americano – dovrebbe incontrare Vladimir Putin a Mosca all’inizio della prossima settimana, mentre il segretario dell’esercito americano Dan Driscoll vedrà la parte ucraina.

Von der Leyen ha definito positivi gli sforzi di Trump come “un punto di partenza”, ma ha chiarito che l’Europa ha molte riserve sui dettagli del piano originario USA-Russia in 28 punti. Alcune delle richieste più favorevoli a Mosca sono state rimosse, secondo l’Ucraina, e il presidente americano ha rinunciato alla scadenza fissata per il Giorno del Ringraziamento, vista la mancanza di progressi sulle questioni più controverse.

Descrivendo la situazione come “volatile e pericolosa”, von der Leyen ha detto di intravedere “un’opportunità per compiere veri progressi”, ribadendo però che finora “non c’è alcun segnale da parte della Russia di una reale disponibilità a porre fine al conflitto”. Per questo, ha aggiunto, “dobbiamo mantenere alta la pressione su Mosca”.

In una riunione straordinaria in videocollegamento, i ministri degli Esteri dell’UE hanno riaffermato i principi condivisi: sovranità, indipendenza, integrità territoriale e il diritto dell’Ucraina all’autodifesa, ha spiegato l’Alto rappresentante Kaja Kallas.

Kallas, ex premier estone, ha accolto lo sforzo americano per la pace, ma ha presentato una lettura del conflitto molto diversa da quella che sembra aver ispirato il piano in 28 punti.

“Ora come ora non vediamo alcuna indicazione che la Russia sia pronta per un cessate il fuoco,” ha detto. “Dobbiamo passare da una situazione in cui la Russia finge di negoziare a una in cui sia costretta a negoziare. Ci stiamo arrivando.”

Ha citato la “fallita” offensiva estiva russa e l’impatto delle sanzioni occidentali sull’economia di Mosca. “L’idea che l’Ucraina stia perdendo è semplicemente falsa. Se la Russia potesse conquistarla militarmente, lo avrebbe già fatto. Putin non può raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia, quindi cercherà di ottenerli al tavolo dei negoziati.”

Kallas ha ricordato inoltre che, nell’ultimo secolo, la Russia ha attaccato più di 19 paesi, alcuni anche tre o quattro volte. “In qualunque accordo di pace, dobbiamo concentrarci sul come ottenere concessioni dalla Russia affinché smetta davvero l’aggressione e non tenti più di cambiare i confini con la forza.”

Von der Leyen e altri funzionari europei si oppongono inoltre a qualsiasi limite imposto alle forze armate ucraine: una restrizione simile “lascierebbe il Paese vulnerabile a futuri attacchi”. L’Ucraina, ha aggiunto, ha bisogno di “garanzie di sicurezza solide, credibili e di lungo termine”.

Secondo una registrazione trapelata, Witkoff avrebbe detto a un alto funzionario del Cremlino che la pace richiederebbe il controllo russo su Donetsk e forse un ulteriore scambio territoriale. Il piano USA in 28 punti prevedeva infatti che l’Ucraina cedesse l’intera regione di Donetsk, comprese le aree sotto controllo ucraino.

Secondo Reuters, il documento statunitense deriverebbe da un rapporto russo inviato alla Casa Bianca in ottobre. Yuri Ushakov, consigliere di Putin, ha detto alla TV di Stato che Mosca ha visto la versione più recente del piano: “Alcuni aspetti possono essere considerati positivi, ma molti richiedono discussioni approfondite tra esperti”.

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che è prematuro parlare di un accordo di pace nel prossimo futuro.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha ringraziato von der Leyen per il suo sostegno: “La pensiamo allo stesso modo: finché la Russia respingerà ogni sforzo di pace, le sanzioni dovranno essere rafforzate e l’assistenza militare e finanziaria all’Ucraina dovrà continuare.”

Von der Leyen ha inoltre promesso che la Commissione europea presenterà una proposta legale per utilizzare gli asset russi congelati a favore dell’Ucraina nei bilanci 2026-27. I leader europei non erano riusciti a trovare un accordo il mese scorso a causa dei dubbi giuridici del Belgio, che ospita circa 183 miliardi di euro di beni russi, la maggior parte delle risorse sovrane di Mosca presenti nell’UE.

La proposta di Trump di utilizzare 100 miliardi di dollari degli asset russi congelati per creare un fondo di ricostruzione, con gli Stati Uniti che tratterrebbero il 50% dei profitti, sta aumentando la pressione sui leader europei affinché trovino una soluzione. Washington vuole inoltre che l’Europa contribuisca con altri 100 miliardi.

Von der Leyen ha ribadito che non esiste “alcuno scenario in cui i soli contribuenti europei paghino il conto”.

Un’altra priorità europea riguarda il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia. “Ci sono decine di migliaia di ragazzi e ragazze di cui non si conosce la sorte, intrappolati in Russia dalla Russia. Non li dimenticheremo.”

Il governo ucraino ha identificato quasi 20.000 minori deportati o trasferiti con la forza dall’inizio dell’invasione nel 2022. Secondo l’organizzazione ucraina Bring Kids Back, 1.835 bambini sono stati finora rimpatriati.

Putin è ricercato dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra legati proprio alle deportazioni. Il piano originario in 28 punti prevedeva un’amnistia totale per tutte le parti coinvolte nel conflitto.


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