Le rivelazioni secondo cui la polizia anticorruzione ha perquisito la proprietà del capo di gabinetto di Volodymyr Zelensky, Andrij Yermak, avranno enormi ripercussioni sulla scena politica ucraina e, forse, anche sui negoziati di pace.
È difficile sopravvalutare il ruolo di Yermak nel sistema politico ucraino.
Per Zelensky incarna molte funzioni: è il consigliere più fidato, l’uomo che gestisce la politica interna, il custode dell’accesso al presidente, il principale referente per i politici stranieri e il capo negoziatore nei colloqui di pace.
La sua influenza è tale che chi conosce il funzionamento dell’ufficio presidenziale descrive il rapporto tra Yermak e Zelensky come simbiotico.
Coloro che hanno avuto a che fare con Yermak, dentro e fuori l’Ucraina, lo descrivono come un instancabile lavoratore e un operatore spietato, che ha colpito sistematicamente i centri di potere alternativi del Paese e ha lavorato per consolidare la propria influenza politica.
Un potere così ampio, inevitabilmente, genera nemici, e sono pochi nell’élite ucraina ad avere una opinione positiva di Yermak, sebbene molti ne riconoscano la dedizione e le abilità politiche.
I politici stranieri spesso apprezzano la possibilità di comunicare direttamente con il presidente tramite Yermak, ma alcuni lo considerano un interlocutore difficile. Ai tempi della Casa Bianca di Trump, diversi funzionari avevano espresso una preferenza per Rustem Umerov, oggi capo del Consiglio di sicurezza ucraino, ritenendolo più affidabile nei contatti.
Finora Zelensky ha sempre ignorato le pressioni per licenziare Yermak o limitarne i poteri. Ma se ora fosse coinvolto in uno scandalo di corruzione, queste richieste potrebbero farsi più insistenti. Sul piano politico, sacrificare il suo capo di gabinetto potrebbe essere la mossa più conveniente per il presidente, ma chi conosce entrambi gli uomini sostiene che il loro rapporto sia così stretto da rendere difficile immaginare un simile passo.
«Suppongo che, in teoria, Zelensky potrebbe funzionare anche senza di lui, ma nella pratica non riesco proprio a immaginarlo», ha detto un ex alto funzionario qualche mese fa.