Belgio, De Wever sotto pressione tra alleati e Russia
Tutti gli occhi sono puntati sul primo ministro belga Bart De Wever, che ha espresso forti riserve sul piano europeo di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina. De Wever ha parlato apertamente delle pressioni ricevute, sia da partner europei sia dalla Russia, sostenendo che sia “un’illusione totale” credere che Mosca possa perdere la guerra. In un intervento pubblico ha affermato che la Russia avrebbe fatto sapere che il sequestro degli asset avrebbe conseguenze durature per il Belgio e per lui personalmente. Nonostante ciò, un recente sondaggio indica che oltre il 60% dell’opinione pubblica belga sostiene la sua posizione prudente.
Germania, Merz: segnale di forza verso Mosca
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato il pieno sostegno della Germania al prestito per le riparazioni, affermando di non vedere alternative migliori. Pur riconoscendo le preoccupazioni del Belgio, ha auspicato una soluzione condivisa che consenta all’Unione europea di inviare “un segnale di forza e determinazione” alla Russia.
Lituania, Nausėda: colpire gli intoccabili
Il presidente lituano Gitanas Nausėda ha invitato l’Unione a non esitare e a prendere decisioni coraggiose. Secondo Nausėda, è necessario colpire grandi aziende energetiche russe come Gazprom, Novatek e Lukoil, perché solo misure di questo tipo possono avere un impatto significativo sull’economia russa e farle pagare il prezzo dell’aggressione.
Ucraina, Zelenskyy: senza accordo ci saranno gravi problemi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha avvertito che un mancato accordo sull’uso degli asset congelati rappresenterebbe un serio problema per il suo paese. Ha annunciato incontri con tutti i leader europei per presentare le ragioni di Kiev, esprimendo la speranza di ottenere una decisione positiva.
UE, Kallas: non si andrà avanti senza il Belgio
L’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione, Kaja Kallas, ha sottolineato che la Russia non ha mostrato alcuna reale volontà di negoziare la pace. Ha definito il prestito basato sugli asset congelati come l’opzione più praticabile al momento e ha spiegato che sono in corso lavori per condividere equamente rischi e oneri. Kallas ha chiarito che molti Stati membri ritengono fondamentale il consenso del Belgio e ha stimato le possibilità di accordo come “cinquanta e cinquanta”.
Grecia, Mitsotakis: serve una soluzione giuridicamente solida
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che Atene è favorevole al prestito per l’Ucraina, ma ha sottolineato che qualsiasi decisione dovrà essere giuridicamente solida. Ha aggiunto che l’Unione non dovrebbe lasciare Bruxelles senza aver trovato una soluzione condivisa.
Commissione europea, von der Leyen: garantire fondi per due anni
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ribadito che l’obiettivo principale del Consiglio è assicurare all’Ucraina finanziamenti sicuri per il 2026 e il 2027. Ha parlato di negoziati intensi e ha espresso pieno sostegno alle richieste del Belgio di condividere i rischi, assicurando che il lavoro per un compromesso è ancora in corso.
Consiglio europeo, Costa: non si lascerà il tavolo senza una decisione
Il presidente del Consiglio europeo António Costa ha assicurato che i leader resteranno riuniti finché non sarà raggiunta una decisione finale per garantire le necessità finanziarie dell’Ucraina nei prossimi due anni, anche a costo di prolungare i lavori oltre la giornata odierna.
Irlanda, Martin: usare gli asset immobilizzati
Il primo ministro irlandese Micheál Martin ha dichiarato che l’Irlanda è favorevole all’utilizzo degli asset russi congelati. Ha affermato che il principio in gioco è chiaro: un paese non può distruggerne un altro e aspettarsi che siano altri a pagare la ricostruzione. Secondo Martin, esiste uno slancio politico verso un accordo.
Ungheria, Orbán: proposta “stupida” e pericolosa
Il premier ungherese Viktor Orbán ha definito “stupida” l’idea di utilizzare gli asset russi congelati, sostenendo che equivarrebbe a trascinare l’Unione europea nel conflitto. Orbán ha affermato che l’UE non dovrebbe prendere il denaro di una parte in guerra per darlo all’altra, schierandosi apertamente a sostegno delle riserve espresse dal Belgio.
Il contesto generale: unità cercasi, ma le divisioni restano
Il vertice europeo si svolge mentre l’Unione tenta di rafforzare il sostegno finanziario e politico a Kiev, stimando un fabbisogno di circa 135 miliardi di euro per i prossimi due anni. La proposta di attingere agli asset russi congelati rimane al centro del dibattito, ma le posizioni divergenti tra gli Stati membri rendono l’accordo ancora lontano.