Le ripetute violazioni da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco su Gaza stanno “creando gravi rischi per il passaggio alla seconda fase”, ha dichiarato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Il capo della diplomazia di Ankara ha rilasciato le sue dichiarazioni a margine di un incontro tenutosi a Miami, negli Stati Uniti, con i rappresentanti di Stati Uniti, Egitto e Qatar per valutare l’attuazione della prima fase dell’accordo raggiunto a ottobre.
«Le continue violazioni, in particolare da parte di Israele, stanno rendendo il processo estremamente più difficile. Quello che osserviamo è che su questo punto vi è una convergenza tra tutte le parti, e abbiamo discusso anche di come prevenire queste violazioni», ha detto Fidan all’agenzia di stampa statale Anadolu, aggiungendo che le azioni israeliane stanno “mettendo in pericolo il piano di pace” proposto dal presidente statunitense Donald Trump.
I vertici dei quattro Paesi mediatori hanno incontrato venerdì l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, per esaminare la prima fase del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, entrato in vigore il 10 ottobre, secondo una dichiarazione congiunta diffusa sabato.
In una nota successiva ai colloqui di Miami, Witkoff ha riferito che Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia hanno esortato le parti coinvolte a rispettare gli impegni assunti e a dare prova di moderazione.
L’incontro si è svolto sullo sfondo dei continui attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo il Government Media Office di Gaza, Israele ha violato l’accordo di cessate il fuoco più di 730 volte dall’ottobre scorso, attraverso bombardamenti aerei, colpi di artiglieria e sparatorie dirette.
Nell’ultimo attacco, Israele ha colpito una scuola che ospitava sfollati, uccidendo sei persone venerdì. Il numero dei palestinesi uccisi dal fuoco israeliano dall’entrata in vigore dell’accordo è salito così a circa 400.
«Ribadiamo il nostro pieno impegno nei confronti dell’intero piano di pace in 20 punti del Presidente e invitiamo tutte le parti a rispettare i propri obblighi, a esercitare moderazione e a cooperare con i meccanismi di monitoraggio», ha dichiarato Witkoff in un messaggio pubblicato su X.
Le dichiarazioni del ministro turco arrivano pochi giorni dopo l’avvertimento del primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, secondo cui le violazioni israeliane quasi quotidiane del cessate il fuoco stanno mettendo a rischio l’intero accordo.
Lo sceicco Mohammed, che mercoledì ha incontrato a Washington il segretario di Stato statunitense Marco Rubio, ha inoltre sollecitato progressi urgenti verso la seconda fase dell’intesa, con l’obiettivo di porre fine alla guerra genocidaria di Israele contro l’enclave palestinese assediata.
La prima fase della tregua
La dichiarazione diffusa sabato ha evidenziato alcuni risultati raggiunti nella prima fase dell’accordo, tra cui l’ampliamento degli aiuti umanitari, la restituzione dei corpi dei prigionieri, il parziale ritiro delle forze israeliane e una riduzione delle ostilità.
Il testo ha invocato “l’istituzione e l’operatività a breve termine” di un’amministrazione transitoria, prevista nella seconda fase dell’accordo, e ha annunciato che nelle prossime settimane proseguiranno le consultazioni sulla sua attuazione.
Fidan ha definito l’incontro di Miami “promettente”.
«Ora che la prima fase si è conclusa con il rilascio dell’ultimo ostaggio, si stanno discutendo i parametri per il passaggio alla seconda fase. Forse, dopo Sharm el-Sheikh, quello di ieri è stato l’incontro più importante. Francamente, abbiamo continuato a confrontarci in vari formati e contesti fino a tarda notte», ha dichiarato, sempre secondo Anadolu.
In base ai termini della tregua, Israele dovrebbe ritirarsi dalle sue posizioni a Gaza; un’autorità provvisoria dovrebbe governare il territorio palestinese al posto di Hamas; e una forza internazionale di stabilizzazione dovrebbe essere dispiegata.
Venerdì, Rubio ha espresso la speranza che alcuni Paesi contribuiscano con truppe alla forza di stabilizzazione, ma ha anche chiesto il disarmo di Hamas, avvertendo che senza questo passaggio l’intero processo rischia di fallire.