Gli israeliani demoliscono negozi nel campo profughi di Qalandiya, a nord di Gerusalemme Est occupata
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Gli israeliani demoliscono negozi nel campo profughi di Qalandiya, a nord di Gerusalemme Est occupata

I raid, iniziati nelle prime ore di martedì, si sono estesi anche alla vicina città di Kafr Aqab, dove truppe israeliane dispiegate in gran numero hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni e costretto con la forza alcuni residenti ad abbandonare le proprie case

Gli israeliani demoliscono negozi nel campo profughi di Qalandiya, a nord di Gerusalemme Est occupata
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24 Dicembre 2025 - 17.40


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Le forze israeliane hanno iniziato a demolire negozi nelle vicinanze del campo profughi di Qalandiya, a nord di Gerusalemme Est occupata, nell’ambito di una più ampia incursione militare che ha interessato diversi quartieri palestinesi, secondo testimoni e fonti sanitarie.

I raid, iniziati nelle prime ore di martedì, si sono estesi anche alla vicina città di Kafr Aqab, dove truppe israeliane dispiegate in gran numero hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni e costretto con la forza alcuni residenti ad abbandonare le proprie case, riferiscono i media locali.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato che le sue squadre mediche hanno soccorso almeno tre persone rimaste ferite durante le operazioni a Qalandiya e Kafr Aqab. Le ferite comprendono una lesione da proiettile alla coscia, ferite causate da schegge di munizioni vere e proprie e traumi dovuti ad aggressioni fisiche.

Secondo il governatorato di Gerusalemme, almeno tre palestinesi sono stati feriti dal fuoco delle forze israeliane, mentre decine di persone hanno riportato sintomi di soffocamento a causa dell’uso di gas lacrimogeni e granate assordanti, come riferito dall’agenzia di stampa palestinese Wafa.

Nel corso della vasta operazione, accompagnata dall’impiego di veicoli militari e bulldozer, diversi palestinesi sono stati arrestati. Tra i fermati figurano Anan Mohammed Taha e suo padre Mohammed Taha, residenti del campo profughi di Qalandiya, secondo Wafa.

I residenti hanno riferito che le forze israeliane hanno ordinato a diverse famiglie di evacuare le loro abitazioni; almeno tre case sarebbero state trasformate in avamposti militari temporanei a Kafr Aqab. Ai proprietari sarebbe stato comunicato che l’operazione proseguirà almeno fino a mercoledì mattina.

Secondo il corrispondente di Al Jazeera Arabic, le forze israeliane hanno fatto irruzione anche nel centro giovanile all’interno del campo di Qalandiya, trasformando la struttura in una base militare.

Nel corso dei raid sono stati presi di mira anche i giornalisti che seguivano l’operazione. Tra questi, reporter di Al Jazeera Arabic, contro i quali le forze israeliane hanno lanciato granate assordanti e candelotti di gas lacrimogeno durante l’incursione a Kafr Aqab.

Le autorità del governatorato di Gerusalemme hanno inoltre riferito che granate assordanti sono state lanciate direttamente verso studenti che stavano rientrando a casa da scuola e che sono state sequestrate telecamere di sorveglianza private.

Nida Ibrahim, inviata di Al Jazeera a Kafr Aqab, ha riferito che le forze israeliane continuano a «intimidire» la popolazione palestinese. «Hanno fatto irruzione in negozi palestinesi e distrutto alcune insegne e cartelloni pubblicitari, nel tentativo di colpire ulteriormente l’economia palestinese», ha spiegato.

«Questa è l’ansia quotidiana in cui vivono i palestinesi, mentre questi raid israeliani continuano giorno dopo giorno», ha aggiunto, sottolineando che le incursioni israeliane in Cisgiordania raggiungono in media «circa 60 al giorno».

Oltre alle demolizioni, le forze israeliane hanno confiscato merci da esercizi commerciali nel campo profughi di Qalandiya, a Kafr Aqab e in alcune zone del nord di Gerusalemme, sostenendo che si tratterebbe di tasse municipali non pagate.

La maggior parte dei palestinesi che vivono in queste aree possiede carte di residenza di Gerusalemme. I residenti denunciano di essere sottoposti a tasse comunali elevate, pur ricevendo pochi servizi di base.

Separatamente, sono stati segnalati scontri anche nella cittadina di Beit Furik, a est di Nablus, in Cisgiordania occupata, dopo un’irruzione delle forze israeliane.

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