Jago espone 'Look Down' nel cortile d'onore di Montecitorio

Nel cortile di Montecitorio, Jago incrina la retorica del potere, mentre Fontana celebra i restauri della Camera

'Look Down' di Jago nel cortile d'onore di Montecitorio - di Alessia de Antoniis
'Look Down' di Jago nel cortile d'onore di Montecitorio
Preroll AMP

Alessia de Antoniis Modifica articolo

28 Giugno 2025 - 22.39


ATF AMP

di Alessia de Antoniis

Top Right AMP

«Come potete vedere io non ho niente sotto la mano. Ma sono chiaramente abitato da una grande emozione.» Jago prende così la parola nel Cortile d’Onore di Palazzo Montecitorio, dopo l’intervento del Presidente Fontana. Nessun discorso preparato, nessuna scaletta.

L’opera si intitola Look Down, ma non invita ad abbassare la testa per sottomissione. Invita a guardare in basso per non dimenticare. È già passata per Napoli, per il Colosseo, per Palermo. Ora si ferma a Roma, tra i giardini della Camera dei Deputati, dove “chiunque entri qui, prima di parlare e decidere, possa rivolgere lo sguardo a questa figura curva e vulnerabile”.

Dynamic 1 AMP

Jago ricorda che l’opera è stata concepita per essere toccata, segnata, attraversata. “Perché le opere pubbliche vanno toccate. Il contatto è già un gesto politico.” La scultura è fragile, come fragile è la democrazia quando smette di ascoltare. “Noi viviamo nei nostri luoghi protetti, nelle illusioni di immortalità e di sicurezza. Ma non è così. Domani le nostre luci si possono spegnere. Qualcuno può premere il pulsante sbagliato.”

Accanto, il Presidente della Camera Lorenzo Fontana che aveva appena letto un testo preparato: «La Camera dei Deputati, luogo per eccellenza della rappresentanza e del confronto democratico, intende così confermare il proprio impegno a promuovere la cultura…». Poi ancora: «Vorrei sottolineare l’importanza di rendere sempre più accessibile la nostra sede parlamentare. La bellezza può e deve diventare un veicolo di dedicazione civica, un ponte tra le generazioni». Il tono è istituzionale, il linguaggio è composto. Ma le parole restano sospese, distanti, scollegate da ogni contesto attuale.

Jago parla di guerre, di corpi migranti, di gioventù emigrate. “Non esiste fuga di cervelli. Chi va fuori è un ambasciatore. Se butto una cartaccia a New York non è ‘Jago maleducato’, è l’italiano maleducato.” Dedica l’opera “a tutte le vittime di questa contemporaneità abitata da meravigliosi criminali”. Nessun riferimento chiaro, nessuna accusa esplicita.

Dynamic 1 AMP

Ma nella scelta ossimorica di aggettivi come “meravigliosi” e “criminali”, si insinua un giudizio affilato, un’inquietudine che non ha bisogno di slogan. È il cortocircuito tra la bellezza e il potere, tra ciò che si celebra e ciò che si tace. L’opera è rimasta a lungo “sotto le stelle”, dice Jago. “Nel tentativo di trovare una casa, è rimasta sempre così, sotto il cielo.” Come chi un tetto non l’ha più.

“’Look Down’ – ha spiegato l’artista – è un’opera che nasce da uno sguardo rivolto verso il basso, non per vergogna, ma per consapevolezza. È un invito a dirigere l’attenzione su ciò che troppo spesso ignoriamo: la povertà, l’abbandono, la fragilità che abita le nostre città e il nostro tempo. In questa opera ho voluto raffigurare l’innocenza ferita di milioni di bambini, ma anche la promessa di un futuro che dipende da come sapremo proteggerli oggi.  Portare questa scultura nel cuore delle istituzioni della Repubblica, nel cortile d’onore della Camera dei Deputati, è un atto di fiducia nella responsabilità collettiva e nella forza del simbolo. Ogni bambino del mondo rappresenta il nostro futuro: riconoscerne la dignità è il primo passo per costruire una società migliore. Che questo marmo non resti muto, ma continui a parlare a chi decide, a chi rappresenta, e soprattutto a chi guarda. Perché guardare in basso, in questo caso, significa innalzare la coscienza”

“L’arte non deve convincere nessuno; deve solo restare dove può far male se ignorata.” Look Down resta. In silenzio. A osservare chi passa, chi parla, chi decide. E chiede, con ostinazione gentile, che almeno qualcuno si fermi a guardare. Almeno per quello la laurea non serve.

Dynamic 1 AMP

FloorAD AMP
Exit mobile version