“Suonare in un contesto artistico, ad esempio nel cortile di un palazzo rinascimentale, è qualcosa che aggiunge un tocco magico alla tua esecuzione. Una sensazione indefinibile, come se assorbissi la bellezza che ti vibra intorno e la restituissi nella musica che stai eseguendo, che già di per sé è pura bellezza” spiega la pianista Gisèle Ortrun Grahe, gli occhi azzurri ancora illuminati dalle note di Beethoven, Debussy, Schubert e Schumann libratesi dallo Yamaha a coda da cui si è appena levata.
“Suonare davanti ad un pubblico attento ed emotivamente partecipe ti infonde energia, aggiunge qualcosa al brano che stai suonando, come in una simbiosi, e questo si riverbera nell’esecutore che hai accanto, con cui crei una fatale alchimia” le fa eco Maurizio Sciarretta, tra le mani il suo violino J. B. Vuillaume costruito a Parigi nel 1850.
In effetti, vista la capacità di trasmettere al pubblico vibranti emozioni, di alchimia si può parlare riguardo al concerto tenuto dai due musicisti nel cortile del palazzo Medici-Riccardi, nell’ambito del “Flo.Re. Festival – La verde armonia”, manifestazione fiorentina dedicata alla musica da camera e alla natura, in pieno svolgimento nel capoluogo toscano. In questa sontuosa magione, fatta edificare da Cosimo il Vecchio su progetto dell’architetto Michelozzo, lavorarono artisti come Donatello, Michelangelo, Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli, Botticelli, e il cortile, che prende il nome dal suo autore, è davvero luogo ideale per gustare con sensi accesi il repertorio proposto ed eseguito con la dovuta perizia dal duo Sciarretta-Grahe: la Sonata in do minore Op. 30 n. 2 di Beethoven, il Wanderers Nachtlieddi Schubert, Der Nussbaum, Sensucht nach der Waldgegend, Schöne Fremde, Mondnacht di Schumann, Waldeinsamkeit di Max Reger, L’ombre des arbres di Debussy, la Sonata in La maggiore per pianoforte e violino di César Frank, e un delizioso bis (definito “un piccolo regalo” dalla Grahe), un Lied di Othmar Schoeck, Abschied/Addio (Eichendorff).
Come tutti gli artisti che hanno messo e metteranno il loro talento a disposizione dell’evento, Sciarretta e Grahe sono musicisti di livello: violinista bolognese di solida formazione il primo, ha studiato e si è perfezionato con fior di Maestri (basti citare l’esimio pedagogo Zakhar Bron e il celebre Salvatore Accardo), egli stesso docente del suo strumento; pianista dal tocco dolce e raffinato la tedesca Grahe, che tra le collaborazioni vanta quelle con Fischer-Dieskau e Dalton Baldwin, anch’ella insegnante nonché apprezzata violista.
Organizzato dal direttore generale Simone Paiano, giovane e dotato musicista, supportato da un valente staff, coadiuvato nella direzione artistica dall’insigne pianista Gregorio Nardi, uomo di sopraffina cultura, con il patrocinio, tra gli altri enti, del Ministero della cultura, della regione Toscana e del comune di Firenze, il Flo.Re. Festival si segnala non soltanto per la qualità dell’offerta, ma per l’ospitalità e l’incanto dei luoghi: oltre al citato Palazzo, il Tepidarium Giacomo Roster, la chiesa San Giovannino dei Cavalieri, il Museo Novecento, la Chiesa di Santa Felicita. Il tema a cui è dedicata la manifestazione ha una sua pregnante attualità: la natura, gli alberi e gli spazi verdi, dalle radure alle foreste, il loro connubio con la musica, che da sempre, in ogni luogo, vi si è ispirata con immortali composizioni; e variegato è il cartellone: oltre alle rassegne di concerti, masterclass di alto perfezionamento, una vetrina dedicata alle giovani promesse, guide all’ascolto, open talk (dialoghi su temi di attualità), laboratori musicali per bambini e famiglie, visite guidate della città.
Gli artisti stanno dunque davvero riuscendo “a trapiantare nelle sale da concerto un po’ del fascino misterioso dei nostri grandi fratelli verdi”, come auspicava Nardi nella pregevole brochure della kermesse, che, con altri appuntamenti sotto il segno anche dell’opera e della poesia, si concluderà il 14 luglio con lo stesso artista ad accompagnare al pianoforte la fiorentina Giulia Peri, versatile soprano in grado di spaziare dalla musica del Medioevo a quella contemporanea, la quale si misurerà con una serie di Lieder, tra cui spiccano composizioni di Mozart, Liszt, Dvorak, Grieg, Sibelius, Schonberg, Berg, e il troppo dimenticato Robert Franz, una riscoperta di Nardi.