di Diego Perugini
Se chiedete a un vecchio rockettaro (ma pure a uno più giovane) qual è il suo album dal vivo preferito, è facile che vi risponda “Made in Japan” dei Deep Purple.
Perché quel disco è entrato di diritto fra le pietre miliari dell’hard rock grazie a una micidiale sequenza di brani storici, restituiti in concerto con una potenza e un’aggressività fuori dal comune.
Lo scenario, come suggerito dal titolo, è il Giappone, dove la band inglese tenne tre spettacoli dal 15 agosto 1972. E furono delle esibizioni speciali in cui i magnifici cinque, il cantante Ian Gillan, il chitarrista Ritchie Blackmore, il tastierista Jon Lord, il bassista Roger Glover e il batterista Ian Paice, trasformarono brani già di culto in esplosive versioni live. Chi scrive, per esempio, ricorda l’entusiasmo da teenager all’ascolto dell’iniziale e devastante “Highway Star”, densa di pirotecnici assoli.
Ma in scaletta c’erano anche “Smoke On The Water”, col suo celeberrimo riff, e la più lenta, intensa fino allo spasimo, “Child In Time”, forte degli acuti impossibili di Gillan.
Mentre la lunghissima e monumentale “Space Truckin'” occupava al tempo tutta la facciata B del secondo album.
“Arrivammo nell’altra parte del mondo e trovammo un pubblico che sapeva e cantava ogni parola. Fu una sensazione unica, magica” ricorda Glover nelle note di copertina. Originariamente pensato per essere pubblicato solo in Giappone, l’album divenne un inaspettato fenomeno mondiale, diventando disco di platino in America e in diversi paesi europei. E ora “Made in Japan”, a 53 anni dalla sua prima uscita, tornerà dal 29 agosto in una “super deluxe edition” con un nuovo missaggio stereo realizzato dal produttore Steven Wilson; le registrazioni di tutti e tre i concerti remixati da Richard Digby Smith; e diverse rare edizioni di singoli (come la versione tedesca di “Black Night” e quella messicana di “Space Truckin'”).
Diversi i formati disponibili: dal digitale al classico doppio vinile fino al lussuoso cofanetto 5CD/Blu-ray e al box da 10 LP, quest’ultimo in esclusiva sul negozio online di Universal Music Italia.
“È tutto esattamente come è successo quella sera – spiega Steven Wilson- L’album ha una potenza e un senso di abbandono che i Deep Purple non riuscirono mai completamente a catturare in studio. Spero che questo nuovo missaggio renda ancor di più l’idea di essere stati presenti e aver visto quei concerti unici”.
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