"A Place of Safety": il processo all'Europa che è una menzogna

Kepler-452 al Teatro Vascello, mentre due del cast navigano con la Global Sumud Flotilla nel tentativo di portare aiuti a Gaza

A place of Safety di Kepler-452 - Ph. Luca Del Pia - recensione di Alessia de Antoniis
A place of Safety di Kepler-452 - Ph. Luca Del Pia
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28 Settembre 2025 - 11.37


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di Alessia de Antoniis

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«Ci sentite? Noi siamo i siriani… ci sono circa 300…Sì, vi do il numero di Malta, siete vicino a Malta, capisci? Chiamate Malta direttamente e velocemente. Loro sono vicini, ok?Stiamo morendo… Non lasciateci! – Siete vicini a Malta, chiamate Malta.»

A Place of Safety” di Kepler-452 è un pugno nello stomaco dell’ipocrisia europea, un processo pubblico dove siamo tutti imputati. E il pubblico è lì per partecipare a un crimine. Il crimine di essere europeo, bianco, privilegiato, seduto su una poltrona mentre nel Mediterraneo si consuma il genocidio per annegamento più lungo della storia contemporanea. Mentre uno dei cosiddetti “trafficanti di esseri umani” imbarcato su una nave di una ONG è costretto a pensare, impotente in mezzo al mare «Non esiste un place of safety per te né per il tuo bambino.»

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Il punto di partenza è semplice e radicale: “L’Europa è una menzogna”. E a raccontarla, sul palco, non ci sono attori, ma soccorritori e soccorritrici del Mediterraneo. Voci che hanno visto centinaia di corpi strappati all’acqua e altri non farcela. Voci che hanno trasformato la vita in testimonianza. Ma alle tre repliche al Teatro Vascello di Roma, due di queste voci – Miguel Duarte, fisico e capo missione Sea-Watch, e Flavio Catalano, ex sommergibilista della Marina oggi volontario con Emergency – non ci sono. Sono in mare, a bordo della Global Sumud Flotilla verso Gaza, dove cercano di portare aiuti umanitari sotto minaccia di bombe e arresti. A leggerne le parole, la sera del 26, ci sono Davide Enia e Dario Salvetti, che si dichiarano non sostituti, ma complici solidali, consapevoli che la loro presenza porta in scena un atto politico, non un semplice rimpiazzo.

Il testo – costruito da Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi dopo un lungo periodo di residenza a Lampedusa e un imbarco sulla Sea-Watch 5 – procede come una polifonia di monologhi, raccolti e montati senza smussarne la crudezza. Ci sono i racconti di Miguel, con la sua “prima volta” in mare segnata dalla perdita di una bambina di tre anni e della madre; la disillusione dell’infermiera Floriana, schiacciata dal cinismo dell’ospedale; il massaggio cardiaco disperato su un corpo senza vita, accompagnato da Stayin’ Alive dei Bee Gees; c’è la Guardia costiera libica che spara dalle motovedette regalate loro dall’Italia, usate per i respingimenti; c’è la legge Piantedosi che allontana i “testimoni scomodi” da quel mare che non è più Nostrum.

E poi c’è Nicola, regista e giornalista imbarcato “per raccogliere materiale”. Con autoironia feroce confessa di aver passato un mese con il taccuino in mano, più preoccupato della brutta figura che delle vite in gioco. La sua voce smaschera il meccanismo di selezione delle “storie buone”: il ragazzo somalo innocuo funziona, l’egiziano scomodo no; perfino di fronte a un giovane nigeriano gay si augura il peggio, perché la tragedia rafforza la trama. È un’autoaccusa che investe anche il progressismo ipocrita, capace di accettare i migranti solo come vittime grate o criminali da temere.

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In scena un’Europa che non sta assistendo a una tragedia. Un’Europa che è la tragedia. Che ha incorporato la crudeltà come procedura, che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero marino e poi si commuove davanti agli spettacoli che ne parlano. È necrofilia culturale.

Uno spettacolo che potrebbe essere più breve, ma che è stato accolto da un lunghissimo applauso dal pubblico del Vascello: in piedi, compatto e commosso, dopo aver navigato per due ore su una nave di una ONG, da un “Place of Safety”.

Viaggio nel Mediterraneo centrale       

ideazione Kepler-452
regia e drammaturgia Enrico Baraldi e Nicola Borghesi
con le parole di Flavio CatalanoMiguel Duarte, Giorgia Linardi, Floriana Pati, José Ricardo Peña
con Nicola Borghesi, Flavio Catalano, Miguel Duarte, Giorgia Linardi, Floriana Pati, José Ricardo Peña
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Théâtre des 13 vents CDN Montpellier (Francia)

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in collaborazione con Sea-Watch EMERGENCY

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