Dall’intelligenza artificiale all’emergenza climatica, dal diritto alla salute alla sostenibilità urbana: sono solo alcuni dei temi al centro della conferenza internazionale IAIA25, che ha richiamato oltre 1.100 esperti da 90 Paesi a Bologna, dall’1 al 4 maggio. Si tratta della 44ª edizione dell’annuale incontro organizzato dall’International Association for Impact Assessment (IAIA), quest’anno incentrato sul tema “Valutazione degli impatti nell’era dell’intelligenza artificiale”.
L’evento ha trasformato il capoluogo emiliano in un crocevia globale per urbanisti, ecologi, funzionari pubblici, imprenditori, docenti universitari e consulenti ambientali. Al centro dei lavori, una domanda cruciale: come integrare l’uso dell’IA nei processi decisionali pubblici e privati senza sacrificare l’etica, la trasparenza e la tutela dell’ambiente e delle comunità?
«Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia può trasformare radicalmente il modo in cui valutiamo gli impatti ambientali e sociali – ha spiegato Giuseppe Magro, presidente della conferenza – ma dobbiamo essere capaci di guidare questo cambiamento con responsabilità».
Tra etica, dati e clima: le nuove frontiere della valutazione degli impatti
Durante i quattro giorni della conferenza, si sono susseguiti workshop, tavole rotonde e interventi incentrati su temi di grande attualità: dall’uso dell’IA per monitorare i cambiamenti climatici, ai rischi per la salute pubblica legati a decisioni automatizzate, fino alle implicazioni per i diritti umani nei sistemi digitali. Tra i punti più discussi, il rapporto tra IA e conoscenze indigene, la necessità di “digitalizzare senza disumanizzare”, e l’urgenza di creare strumenti di governance adeguati.
Il direttore generale della IAIA, Gary Baker, ha parlato di un “momento storico”, sottolineando l’importanza di mettere in rete esperienze e visioni da tutto il mondo: «La forza di questa conferenza sta nella sua diversità. Abbiamo bisogno di un dialogo globale per affrontare problemi globali».
Ospiti tra scienza, cultura e impegno civile
A dare ulteriore rilievo all’incontro anche una serie di ospiti d’eccezione, da mondi apparentemente distanti ma uniti da una visione comune di innovazione responsabile. Tra loro il sindaco di Bologna Matteo Lepore, promotore della “città del futuro”, il fisico e inventore Federico Faggin, uno dei padri del microchip, e Paolo Rozera, direttore generale di UNICEF Italia, che ha raccontato progetti con i giovani sulla cittadinanza digitale.
Presenti anche il celebre direttore d’orchestra Beppe Vessicchio, l’ambientalista Walter Ganapini, l’economista dell’impatto Oscar di Montigny e l’esperto di simulazioni ambientali Marco Sumini. Le loro testimonianze hanno portato prospettive interdisciplinari a una discussione che vuole unire tecnica, politica e cultura.
Un forum globale per il futuro sostenibile
IAIA25 conferma il ruolo dell’International Association for Impact Assessment come principale piattaforma internazionale per discutere gli effetti delle grandi decisioni economiche, ambientali e infrastrutturali. Con oltre 10.000 professionisti coinvolti nel mondo, IAIA promuove approcci scientifici e partecipativi alla valutazione degli impatti, un processo chiave per anticipare le conseguenze di progetti pubblici e privati.
Bologna, già al centro di importanti iniziative su clima e innovazione urbana, ha accolto l’evento come un’occasione per rafforzare il proprio profilo internazionale. «Il nostro obiettivo è far sì che la sostenibilità sia non solo una parola, ma una prassi concreta nelle politiche e nei territori», ha dichiarato Roberta Vicentini Magro, vicepresidente della conferenza.