Non è accusato di favoreggiamento di omicidio, sta di fatto che il tribunale Basmanny di Mosca ha arrestato un ex funzionario del Ministero degli Affari Interni della Russia, Ivan Rybin, accusato di violazione della privacy e abuso d’ufficio. Secondo “Kommersant”, gli investigatori collegano il Rybin al clamoroso attentato che costò la vita a Daria Dugina, figlia dell’ideolo Alexander Dugin, vicino al Cremlino e al sovranismo europeo, compreso quello italiano.
Secondo gli investigatori, che collegano Rybin al caso Dugina, l’uomo arrestato è entrato nei database del Ministero degli Affari Interni, e ha passato informazioni su Daria Dugina a terzi. Secondo il giornale, il nome di Dugina è menzionato nel caso Rybin esplicitamente e “più volte”, ma non è specificato il contesto.
Fa pensare a scenari più cupi il fatto che, nonostante Rybin sia accusato di crimini di media gravità, che di solito non implicano la detenzione preventiva, gli investigatori abbiano insistito per l’arresto. La richiesta, probabilmente per evitare che Rybin, rimanendo in libertà, potesse “creare false prove della sua innocenza o distruggere quelle esistenti”.
“Rybin per lungo tempo ha occupato varie posizioni nel sistema del Ministero degli Affari Interni della Russia, ha competenze e conoscenze speciali nel campo della conduzione di azioni investigative, nonché attività di ricerca operativa. Inoltre, ha una quantità significativa di contatti tra le forze dell’ordine”. Da qui la richiesta di arresto. E il giudice ha ritenuto questi argomenti sufficienti per l’arresto. Rybin resterà in cella fino all’11 giugno, respinta la richiesta di domiciliari avanzata dalla difesa.