La destra affossa il ddl sul consenso: Lega e alleati rinviano il voto e fanno saltare l’approvazione

Il Senato italiano ha rinviato il dibattito su un disegno di legge considerato storico, che per la prima volta stabilirebbe che un rapporto sessuale senza consenso costituisce stupro.

La destra affossa il ddl sul consenso: Lega e alleati rinviano il voto e fanno saltare l’approvazione
Giulia Bongiorno e Salvini
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26 Novembre 2025 - 18.00


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Il Senato italiano ha rinviato il dibattito su un disegno di legge considerato storico, che per la prima volta stabilirebbe che un rapporto sessuale senza consenso costituisce stupro. La decisione ha messo in luce le tensioni interne alla coalizione guidata dalla premier Giorgia Meloni.

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Il provvedimento, approvato dalla Camera all’inizio del mese, prevede che chi compie atti sessuali senza il libero consenso dell’altra persona possa essere punito con una pena da sei a dodici anni di carcere.

La normativa attuale definisce la violenza sessuale come un atto compiuto “mediante violenza, minaccia o abuso di autorità” e non riconosce esplicitamente la mancanza di consenso come base sufficiente per configurare il reato di stupro.

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Il testo era stato promosso grazie a un inedito accordo bipartisan tra Meloni e il Partito Democratico (PD). Entrambi i fronti politici si aspettavano un’approvazione formale il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Tuttavia, all’ultimo momento la Lega – il partito guidato dal vicepremier Matteo Salvini – ha chiesto un rinvio, citando preoccupazioni per una clausola che ridurrebbe le pene in alcuni casi ritenuti meno gravi.

“Bloccare la legge sul consenso proprio nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non è solo grave: è vergognoso”, ha dichiarato Alessandro Zan, esponente di spicco del PD. “La retromarcia della maggioranza invia un messaggio devastante: la dignità e la sicurezza delle donne valgono meno delle dinamiche interne della destra”, ha aggiunto.

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Esponenti del governo hanno cercato di ridimensionare la portata dello scontro. “Meglio prendersi più tempo e approvare una legge convincente”, ha affermato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, spiegando che sono stati sollevati “forti dubbi” su alcuni aspetti del testo.

Il femminicidio diventa un reato specifico

La richiesta della Lega di rinviare il voto è arrivata dopo il buon risultato del partito nelle recenti elezioni in Veneto. Secondo l’opposizione, la mossa mira a rafforzare la posizione della Lega come forza più conservatrice della coalizione.

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Nel frattempo, martedì il Parlamento ha approvato una legge che introduce nel codice penale il femminicidio come reato autonomo, definito come l’uccisione di una donna motivata dal genere, punibile con l’ergastolo.


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