Siamo arrivati a quota 640 milioni di follower, tra cui naturalmente ci sono i fan devoti e che accede di tanto in tanto. Tutti sembrano preferire lo streaming in diretta. Dove? Su Twitch naturalmente, che a oggi conta più di 240 milioni di utenti ogni mese.
Oltre ai numeri, qualcosa si sta muovendo perché il CIO ha deciso finalmente di istituire gli Olympic Esports Games. Chi l’avrebbe mai detto? La prima edizione sarà in Arabia Saudita nel 2027 e i fan non vedono l’ora. C’è da dire che tutto questo sta alimentando tantissimo l’hype, tanto che anche il settore scommesse è piuttosto in fermento. Ci sono piattaforme come https://bet-brothers.it che si occupano di selezionare i migliori siti scommesse, segno che l’ecosistema che ruota intorno agli esports si sta strutturando e anche tanto.
I numeri che spiegano il boom
Partiamo dai fatti. Secondo le stime, l’audience globale degli esports supera i 640 milioni. Circa metà sono appassionati hardcore, mentre l’altra metà sono spettatori occasionali. È chiaro che non è solo una moda passeggera, parliamo di un pubblico che continua a crescere anno dopo anno.
Il canale principale è il live streaming. Ci sono ben 7 milioni di canali live ogni mese su Twitch, dei numeri da record. Vien da sé che ogni torneo può trasformarsi in un evento mondiale. Se vogliamo parlare di record, a luglio 2025 il Mid-Season Invitational (MSI) di League of Legends ha raggiunto il picco storico della competizione con più di 3,4 milioni di spettatori in simultanea nella finale Gen.G-T1. Sono dei numeri che possono tranquillamente far concorrenza al calcio e agli altri grandi sport seguiti in tutto il mondo.
L’industria dei videogiochi nel 2025 continua a crescere e ci si aspetta che arriverà a 188,9 miliardi di dollari di ricavi in tutto il mondo. Il collegamento è chiaro, no? Dove ci sono giochi, ci sono community. E dove ci sono community, gli esports trovano un terreno fertile.
Dalla stanza da letto alla scuola: gli esports anche nella formazione
Se guardiamo cosa fanno online i bambini e gli adolescenti, i dati parlano chiaro:
- Nel Regno Unito, sei minori su dieci (61%) tra i 3 e i 17 anni giocano online
- Tra gli 8-17enni la quota di chi gioca sale addirittura al 97%.
- Non sono solo partite: sono occasioni di socialità, di collaborazione e di linguaggi condivisi.
Il mondo scolastico si è accorto di questo potenziale. Nei dati 2022-2023 gli iscritti ai programmi esports hanno frequentato 7,34 giorni in più a scuola in media rispetto ai coetanei. Oltra questo, un modello statistico, che fa un controllo in base alla demografia e allo storico delle assenze, stima per questi studenti un tasso di assenze inferiore del 33,5%. Non parliamo quindi solo di eSport, ma di agganciare i ragazzi e le ragazze alla vita scolastica con delle attività che sentono proprie.
Negli Stati Uniti i format competitivi “varsity” sono diventati molto popolari e, in generale, l’offerta si è consolidata molto. Lo possiamo vedere anche dalle leghe unificate e dai titoli selezionati per i campionati scolastici (Rocket League, Mario Kart, ecc.). In pratica, le scuole organizzano gli allenamenti, gli staff tecnici, le regole e i tornei. Gli esports escono dal salotto e diventano un’attività formativa con degli obiettivi educativi e sportivi.
Perché gli esports parlano così bene ai giovani
C’è un motivo culturale molto profondo. La Gen Z vive i media in modo diverso perché passa il 54% di tempo in più rispetto alla media tra i social e i contenuti UGC e il 26% in meno davanti ai film e alle serie TV tradizionali.
Gli esports si inseriscono perfettamente in questo mix perché sono interattivi, dal vivo e social. Non solo si guardano le partite:
- Le si possono anche commentare in chat
- Si può partecipare ai me͏me
- Si possono seguire i POV dei pro
- Si può entrare nei server Discord.
È un intrattenimento che ti chiede di esserci. Anche i codici espressivi contano tanto. L’estetica, gli slang, le musiche e le micro-tendenze nascono e si diffondono negli stream e nei tornei. Le fanbase costruiscono appartenenza attorno al team, ai giocatori o agli streamer, spesso più che attorno ai singoli giochi.
E l’identità digitale si allena nei contesti dove c’è la cooperazione, la performance e la creatività. Dal team shot-calling alla produzione di highlight, dal modding al design delle overlay. Per molti giovani, entrare in un club esports significa trovare il proprio spogliatoio anche se non hanno mai frequentato uno sport tradizionale.
Sul piano delle competenze trasversali, i programmi scolastici e parascolastici usano gli e͏sports per lavorare sulla comunicazione, sulla gestione del tempo e sul problem solving, con sbocchi che vanno dall’IT al content creation. In poche parole, gli esports diventano un ambiente dove si impara facendo e questo spiega perché attraggono quegli studenti che altrimenti resterebbero ai margini della vita scolastica.