Lavitola: Me lo chiese Berlusconi di aiutare i Tarantini

Ghedini: "Non sapevo dei pagamenti". Berlusconi sarà sentito a Palazzo Chigi?

Lavitola: Me lo chiese Berlusconi di aiutare i Tarantini
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7 Settembre 2011 - 09.18


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Promette che tornerà in Italia, ma per ora Valter Lavitola continua a sciorinare le sue verità dalla latitanza.
L’ultima cerca di “incastrare”, in maniera ambigua – come suo solito – il presidente del Consiglio nella vicenda dei pagamenti alla famiglia Tarantini (la moglie di Gianpi, Nicla, peraltro era la sua amante).
“Me lo chiese Berlusconi – dice Lavitola – di aiutare la famiglia Tarantini”.
Spirito “umanitario”, insomma. Lavitola si adoperò solo per fare un favore al premier. Un’accusa ben precisa.

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“Finora sono stato in silenzio”

“Finora sono stato in silenzio, ma sono stanco di passare per ‘l’Uomo Nero'”. Lo afferma in un comunicato Valter Lavitola, di cui la procura di Napoli ha chiesto l’arresto per estorsione ai danni del premier ed è attualmente latitante all’estero.
In proposito, Lavitola riferisce che sta valutando l’opportunità di rientrare in Italia.
Il direttore dell’Avanti! si dice stanco di essere considerato l’ “unico artefice di una situazione venutasi a creare solo a causa delle serie difficoltà del Tarantini ed in cui io, per evidenti motivi di opportunità, mi sono limitato a fare da tramite con il Presidente che, come è noto, è sempre spinto da un forte sentimento di solidarietà con le persone che si trovano in disagio e, in particolare, con le persone che lui ritiene abbiamn avuto dei seri problemi solo per averlo frequentato o essergli state vicine”.

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Un memoriale da consegnare ai giudici

Lavitola informa quindi di avere in preparazione “un memoriale che consegnerò all’autorità giudiziaria tra qualche giorno, dopodiché rilascerò una intervista alla stampa nella certezza di chiarire tutto, carte alla mano.
Ovviamente – aggiunge – l’opzione più auspicabile sarebbe il mio rientro in Italia per chiarire al meglio l’intera vicenda.
Con il mio avvocato stiamo studiando gli atti e seguiamo le concitate indagini in corso e, non appena avremo un quadro generale esaustivo, valuteremo la opportunità del rientro per sottopormi ad un ampio interrogatorio”.

“Berlusconi non voleva più incontrare Tarantini”

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“La vicenda Tarantini – sottolinea inoltre Lavitola – non ha mai monopolizzato i rapporti tra me e il Presidente, trattandosi di un argomento residuale e per nulla allarmante.
È bene che si sappia che il Presidente mi onora della sua amicizia e mi riceve da vari anni, prima che conoscesse Tarantini”.”Quando ho conosciuto Tarantini – prosegue – era assistito dall’avvocato D’Ascola, con il quale non andava d’accordo e la prima richiesta che mi avanzò fu quella di aiutarlo a sostituire il legale.
In seguito mi ha poi chiesto di fare un piano per sistemare la sua situazione debitoria. Successivamente mi ha chiesto di consegnare delle sue lettere al Presidente in quanto, a mio avviso giustamente, il Presidente non riteneva di incontrarlo: non perché non tenesse a lui, ma perché temeva strumentalizzazioni e ripercussioni mediatiche qualora fosse emersa la continuità della frequentazione con il Tarantini (come si è visto aveva ragione: nessuno crede che lo aiutasse per generosità)”.

Ghedini si smarca da Berlusconi

Niccolò Ghedini si smarca da Berlusconi sulla vicenda dei soldi versati dal Cavaliere a Giampiero Tarantini e Valter Lavitola affinchè dicessero che non fosse al corrente che le donne portate a Palazzo Grazioli erano escort.
E smentisce La Repubblica. “Assoluta estraneità a pagamenti, movimentazione di denaro o incontri” è stata espressa dal parlamentare e legale del premier: ”L’articolo apparso quest’oggi su La Repubblica ove si prospetta che sarei stato a conoscenza dei danari illeciti è palesemente diffamatorio, destituito di ogni fondamento, completamente inventato anche e proprio in relazione all’ordinanza emessa dal Gip di Napoli”.

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Berlusconi sarà ascoltato

Intanto dovrebbe essere resa nota oggi la data in cui Silvio Berlusconi sarà ascoltato dai magistrati napoletani nell’ambito delle indagini sul caso Tarantini. La procura partenopea ritiene necessario infatti ascoltare il presidente del Consiglio, che nell’inchiesta risulta come vittima della presunta estorsione. “Speriamo di riuscire domani (oggi ndr) a individuare la data giusta”, ha detto Michele Cerabona, uno dei legali del premier.

L’accusa

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Secondo l’accusa l’imprenditore barese Giampaolo Tarantini, sua moglie Angela Devenuto (attualmente agli arresti domiciliari) e l’editore e direttore dell’Avanti! Valter Lavitola, ricercato dalla Digos e attualmente all’estero, avrebbero chiesto denaro a Berlusconi in cambio della promessa di continuare a sostenere che il premier non sapesse che le donne portate da Tarantini a casa sua fossero pagate.

Altri soldi

I magistrati napoletani, intanto, lavorano alle indagini. Sono in corso accertamenti sui flussi di denaro: gli inquirenti intendono verificare se, oltre alle somme di cui ha parlato Tarantini nell’interrogatorio e ai 500mila euro al centro dell’inchiesta, ci siano altri soldi versati dal premier agli indagati.

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Nuovi interrogatori

In corso anche accertamenti sulla tracciabilità delle somme che risulterebbero sicuramente erogate. Nel corso dell’interrogatorio, infatti, Tarantini ha ammesso di aver ricevuto circa 20mila euro al mese, per un determinato periodo, sostenendo che si trattasse di un aiuto offertogli per far fronte a temporanee difficoltà economiche. A giorni previsti nuovi interrogatori mentre Tarantini è in attesa della fissazione dell’udienza al Riesame a cui i suoi avvocati hanno presentato ricorso.

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