Sono tuti salvi i 226 profughi che stavano viaggaindo dalla Libia all’Italia a bordo di due gommoni, entrambi andati presto in avaria. A bordo anche 37 donne, di cui una incinta e un bambino. A raccogliere le richieste di aiuto, giunte via satellitare, nella serata di ieri erano stati Don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo responsabile dell’agenzia Habeshia, e suor Grazia di Bari.
Il primo sos, quello raccolto da padre Mose, è arrivato intorno alle 21 di ieri: “Venite a prenderci, stiamo per affondare”, l’appello arrivato da un’imbarcazione carica di 111 persone, che avrebbe preso il mare venerdì scorso, individuata a circa 30 miglia da Tripoli.
Un’ora più tardi, la seconda richiesta di aiuto, da un’imbarcazione con 115 migranti, a circa 60 miglia da Tripoli. Le capitanerie di porto hanno immediatamente dirottato in area il rimorchiaore “Asso 30”: circa un’ora fa si sono regolarmente concluse le operazioni di trasbordo di tutti i passeggeri su motovedette della Guardia costiera ora dirette a Lampedusa.