Cancellieri: arresto differito per le manifestazioni

Il ministro dell'Interno annuncia che si sta pensando a questo tipo di intervento in Senato: "Saranno mesi difficili". Manifestanti come tifosi?

Cancellieri: arresto differito per le manifestazioni
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22 Novembre 2012 - 20.53


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Non è un bell’auspicio per la democrazia, quello annunciato oggi dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri al Senato, riferendo su quanto accduto in piazza il 14 novembre: “Ci aspettano mesi difficili”, ha detto. E per questo il Viminale sta studiando la possibilirà di applicare l’arresto differito nelle piazze, quando (e se) ci sdovessero essere scontri violenti come quelli.
Un provvedimento,
sottolinea,
”che intendiamo adottare al più presto”.
L’arresto differito, insieme al Daspo per i manifestanti
violenti, faceva parte del cosiddetto ‘pacchetto Maroni’ messo a
punto dall’ex ministro dell’Interno un anno fa, dopo un’altra
giornata di violenze di piazza, quella del 15 ottobre 2011 a
Roma. Poi pero’ il Governo Berlusconi cadde ed il provvedimento
venne abbandonato. Torna d’attualità oggi. Non si puo’
impedire, nota Cancellieri, a persone con caschi e passamontagna
di partecipare a manifestazioni, ”perché i danni sarebbero
peggiori”, ma ”una soluzione al problema, anche se parziale,
c’è ed io intendo portarla avanti: l’arresto differito, uno
strumento molto efficace che negli stadi ha già dato risposte
positive. Abbiamo visto un crollo della violenza e pensiamo di
applicarlo”. Oggi è possibile arrestare fino a 48 ore dopo il
fatto chi si è reso responsabile di violenze in occasione di
eventi sportivi. Lo stesso intervento potrebbe essere concesso
per gli scontri di piazza, in modo da arrestare i teppisti dopo
averli individuati, ad esempio, visionando i filmati.

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Cautela invece su un’altra misura invocata da molti:
l’estensione del Daspo (il divieto di accedere alle
manifestazioni sportive) alle manifestazioni di piazza, che
consentirebbe di escludere preventivamente dai cortei a rischio
chi ha precedenti in materia. Ma, rileva il ministro, ”stiamo
facendo delle valutazioni perché ci sono aspetti costituzionali
che dobbiamo chiarire”. L’ostacolo è l’articolo 16 della
Costituzione, che prevede la libertà di circolazione di ogni
cittadino sul territorio nazionale.

Il ministro ‘tecnico’ si appella quindi alla politica. ”Ci
vorrebbe da parte di tutte le forze politiche – auspica – un
forte senso di responsabilità e di consapevolezza per
comprendere che il momento non è facile per nessuno. l’Italia
sta attraversando un momento difficile e non possiamo consentire
alla piazza di fare le scelte che deve fare la politica, che
deve assumersi la responsabilità di aiutarci a passare questi
mesi dopo i quali il Paese si vedra’ restituito un Governo
eletto dal popolo”.

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In attesa di nuove norme – ma ancora gli uffici del Viminale
sono in fase di studio – occhi puntati a sabato. ”Dobbiamo
evitare – nota il capo della polizia Antonio Manganelli – che
diventi una giornata di scontri. Garantiremo il diritto di
esprimere il dissenso ma anche il diritto a vivere senza
costrizioni per il cittadino che ritiene di non dover
dissentire. Dovremo stare molto attenti, perché ogni tensione
puo’ alimentare ulteriore tensione”.

Il capo della polizia si
stringe quindi ai suoi uomini, in agitazione per essere stati
messi sotto accusa per le manganellate ai manifestanti senza –
lamentano i sindacati – essere stati adeguatamente difesi dai
vertici del Viminale. Oggi, lamenta, ”agli operatori di polizia
si chiede di tutto, di fare bene, di interloquire, di essere
all’altezza della situazione”, ma ”1.400 euro al mese non
valgono le pietre della Val di Susa, le gratuite aggressioni
allo stadio o i sacrifici che fanno famiglie intere”.

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