L’imprenditore Angelo Rizzoli è stato arrestato questa mattina a Roma. È accusato di bancarotta fraudolenta. La Procura capitolina contesta a Rizzoli un crac finanziario da 30 milioni di euro. Sequestrate società e immobili per un valore di 7 milioni. Ad eseguire l’ordine di custodia cautelare la Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Roma.
L’operazione rappresenta l’epilogo di complesse indagini del nucleo polizia tributaria di Roma, coordinate dalla procura della capitale (procuratore aggiunto Nello Rossi e i sostituti procuratori Francesco Ciardi e Giorgio Orano), avviate a seguito dell’istanza di concordato preventivo presentata il 30 aprile 2012 dalla Tevere audiovisivi (già Rizzoli audiovisivi spa e poi srl), storica casa di produzione televisiva e cinematografica costituita e diretta da Angelo Rizzoli, capogruppo di una holding composta da altre società operanti nel medesimo settore, tutte fallite tra gennaio 2011 e marzo 2012.
Produttore televisivo e cinematografico, ex editore, Angelo Rizzoli, 69 anni, in qualità di amministratore unico della Rizzoli Audiovisivi S.r.l. (oggi Tevere Audiovisivi S.r.l.) società holding in liquidazione è accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale per aver cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate: Produzioni internazionale S.r.l., Ottobre Film S.r.l., Delta Produzioni S.r.l. e Nuove Produzioni S.r.l.. Contemporaneamente sono stati sequestrati beni del valore stimato di circa 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli (composta da 21 vani), la tenuta «Cà de’ dogi» e diversi terreni a Capalbio ed alcune quote societarie.