Premiata la lunga lotta all'amianto
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Premiata la lunga lotta all'amianto

Tra i tanti luminari il merito va anche alla signora Blasotti Pavesi, che ha fatto della lotta all'amianto uno degli scopi dell'impegno sociale. [Marco Fiorletta]

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19 Luglio 2013 - 18.27


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Ci sono dei giorni, delle occasioni, che riconciliano con questo Paese. Ci sono delle occasioni politiche che non possono essere criticate.

Oggi, presso il Ministero della Salute sono state assegnate le Benemerenze Sanitarie al merito della Sanità Pubblica e tra dottori, professori e rappresentanti dello Stato c’era anche il mondo del volontariato. C’era l’area sanitaria della Caritas di Roma; la Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio che si occupa dei malati inguaribili e l’Associazione Bimbo Tu che opera a Bologna nel campo dell’assistenza e supporto materiale, logistico, morale e psicologico ai bambini affetti da tumori del sistema nervoso centrale e periferico e altre degnissime persone che rappresentano al meglio l’Italia che studia e/o si prodiga per gli altri. Tra i tanti luminari della medicina e della scienza c’era anche la signora Romana Blasotti Pavesi. Una gentile signora che avrebbe fatto volentieri a meno di questo premio ricevuto in quanto presidente dell’Afeva (Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto) di Casale Monferrato. Romana, come vuole essere chiamata, ha perso per colpa del mesotelioma causato dalle fibre di amianto sparse a piene mani dalla fabbrica Eternit di Casale Monferrato, il marito Mario, la sorella Libera, il nipote Giorgio, sua cugina Anna e la figlia Maria Rosa.

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La straordinaria volontà dimostrata in tutti questi anni (è presidente dell’Afeva dal 1988) ne ha fatto un punto di riferimento nazionale, come giustamente ricorda la motivazione del premio. Romana non ha mai mancato un’udienza del processo di Torino che ha visto la condanna del miliardario elvetico Stephan Schmidheiny e il barone belga, nel frattempo deceduto, Louis De Cartier. La straordinaria vitalità di Romana la si riscontra anche nella vita di tutti i giorni. Ha una parola di incoraggiamento per tutti, ha una volontà che spinge a continuare la lotta contro i guasti e i lutti causati dall’amianto e, cosa che non andrebbe tradita, una incrollabile fiducia nelle istituzioni. Lo rammenta a tutti i giovani che incontra e lo tengano a mente coloro che ci governano e coloro che a diverso titolo tentano di minimizzare la strage causata dalla fibra killer.

Romana comunque non era sola, oltre al figlio Ottavio che l’accompagnava, erano presenti diverse persone in rappresentanza di Casale Monferrato e non solo che hanno fatto della lotta all’amianto uno degli scopi dell’impegno sociale. Romana, alla fine della premiazione, ha espresso il suo piacere di non essere sola in quanto lei ha ricevuto il premio a nome di tutti coloro che si sono e si impegneranno in questa lotta.

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