«Io non credo che chi governa debba necessariamente scontentare: questa è una visione octroyèe della democrazia». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un’intervista con il direttore del Sole 24 ore, Roberto Napoletano. «Noi, al contrario, dobbiamo coinvolgere il popolo e io oggi sento che il Paese è coinvolto, la gente mi dice andiamo avanti. L’establishment che storce il naso è lo stesso che ha portato il Paese in queste condizioni», ha affermato il premier.
Renzi non ha intenzione, nonostante le critiche, di far un passo indietro sul suo «metodo». Il 41% di consenso alle elezioni, ha osservato, «è un utile che reinvesto nella nostra azienda, che è l’Italia. Ma continuerò a farlo con quello stile di leggerezza che è mio: non è serio solo ciò che viene detto con una faccia seria».
Inoltre Renzi ha spiegato: «Non ho paura di perdere le prossime elezioni, ma molte delle riforme che dobbiamo fare sono popolari: la riforma della pubblica amministrazione è popolare per la gente, magari non per i sindacalisti ai quali abbiamo dimezzato i permessi. Lo stesso vale per la spending review…». Il premier è tornato infine a smentire l’ipotesi di un commissariamento dell’Italia: «Macchè, non esiste. Il nostro Paese deve uscire da questo pregiudizio negativo su se stesso. Noi diamo all Europa più di quello che l’Europa dà a noi. Ma quale commissariamento?». Quanto poi al governo, Renzi bolla come «fantapolitica» l’idea di un rimpasto: «La squadra è questa e non si tocca».
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