Scuola: gli insegnanti scendono in piazza contro il governo

Domani, 5 maggio, la protesta in 7 piazze italiane da Nord a Sud. Attesi in migliaia. Parteciperanno anche i segretari dei sindacati

Scuola: gli insegnanti scendono in piazza contro il governo
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4 Maggio 2015 - 21.51


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Sono già iniziate le “prove generali” per lo sciopero generale della scuola. Questa sera in numerose piazze italiane, in attesa delle manifestazioni previste per domani, i docenti – vestiti a lutto – si sono riuniti nei centri delle loro città per ribadire il loro no al ddl “La Buona scuola” con un nuovo flash mob.



Domani i docenti di tutta Italia si riuniranno, da Nord a Sud, per protestare contro il governo e la riforma del sistema scolastico. Ma da Roma a La Spezia, da Lodi a Palermo, maestri e prof stanno già postando in queste ore sui social network le immagini delle loro proteste.






L’iniziativa, ribattezzata [url”selfie mob”]https://www.facebook.com/pages/Selfie-MOB/535114129962709?fref=ts[/url], è stata promossa dal ‘Coordinamento organizzatori flash mob 23 aprile’. A Roma l’appuntamento era a piazza Montecitorio, di fronte alla Camera. Con ceri accesi in mano e una lavagna con su scritto “La scuola statale e’ un patrimonio nazionale da difendere” i docenti hanno manifestato il loro dissenso sulla riforma della scuola, “in difesa della scuola pubblica”. In tutta Italia gli insegnanti hanno letto alcuni articoli della Costituzione, “che verrebbero violati dal ddl”.



La giornata di domani. Si protesterà in tutta Italia. I sindacati hanno ribadito le ragioni della protesta, e in particolare il no ai “super poteri dei dirigenti scolastici”, la richiesta di un piano di assunzioni per stabilizzare il lavoro di docenti e Ata e il rinnovo del contratto scaduto da sette anni, oltre a forti investimenti.



I cortei di domani, che si svolgeranno in sette città (Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma), vedono schierati compatti cinque sindacati della scuola: Flc Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola, Snals Confsal e Gilda. I leader saranno sul palco a Roma, Milano e Bari.



In piazza anche i Cobas, che però si smarcano dai “cinque sindacati monopolisti” che, secondo il leader Pietro Bernocchi, “si sono già pronunciati a favore di un compromesso a perdere con Renzi”. La protesta dei Cobas si concentrerà essenzialmente a Roma, dove manifesteranno prima davanti al ministero del’Istruzione e poi in piazza Montecitorio con gli studenti. La protesta nelle città preoccupa il Viminale, anche alla luce di quanto successo ieri a Bologna con gli scontri polizia-manifestanti: una circolare inviata oggi a prefetti e questori invita “le autorità provinciali di pubblica sicurezza a curare con la massima attenzione l’attività di vigilanza degli obiettivi sensibili”. Per domani si annuncia anche un flash mob in piazza Duomo, a Trento, proprio nelle ore in cui sarà presente Matteo Renzi.




Il testo. La Camera dovrebbe licenziare il testo della riforma entro il 19 maggio e poi passerà all’esame del Senato. Oggi il presidente della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, il dem Andrea Marcucci, ha reso noto che chiederà a Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo di essere auditi sulla riforma. “Vediamo se questa volta Cgil, Cisl ed Uil hanno realmente intenzione di fare proposte realiste e concrete” ha aggiunto il senatore del Pd. Spiegando poi, però, di aver preso questa decisione da tempo e “senza aver sentito nessuno del governo. Mi sembrava semplicemente una cosa giusta da fare e l’ho proposta”.



Stefania Giannini. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini si è detta “perplessa” perché i punti sui quali si sciopera “sono assolutamente estranei a quello che noi vogliamo fare con la buona scuola, cioè autonomia scolastica e potenziamento dell’offerta formativa”.

Ma il ministro ha aggiunto che “è bene che si entri nel merito, che si valuti il contenuto di questa riforma” sulla quale si possono fare “miglioramenti”. Come quello apportato ieri sera in Commissione cultura alla Camera, a firma Pd, nel quale si mitiga il potere dei presidi, uno dei punti più contestati del ddl.



Agnese Renzi sarà in classe. Niente sciopero, domani, per la moglie del premier Matteo Renzi, Agnese Landini, insegnante part time dell’istituto superiore Ernesto Balducci di Pontassieve (Firenze). “Io domani andro’ a scuola”, si e’ limitata a rispondere.

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