Immigrazione, Fagnano Alto: un caso di integrazione al contrario

Parlano i residenti del comune, in allerta dopo il sopralluogo della Onlus. Intanto famiglia rischia di essere sfrattata dalla palazzina che dovrebbe ospitare i migranti.

Immigrazione, Fagnano Alto: un caso di integrazione al contrario
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19 Giugno 2015 - 17.56


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di Francesca Marchi

«Siamo pochissimi, gli immigrati arriverebbero in un vero e proprio deserto». Così rispondono i residenti di Fagnano Alto sulla questione che tanto fa discutere in queste settimane. Il Capoluogo.it ha raccolto testimonianze di preoccupazione e allerta. «Sarebbe un problema che metterebbe a rischio la serenità del paese stesso. – affermano gli abitanti – Non è una questione di razzismo – specificano – ma sarebbe una integrazione più per noi che per loro».

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Il piccolo comune è al centro del caso, balzato anche sui tg e trasmissioni nazionali come

“Dalla vostra parte” di Paolo Del Debbio su Tg4. Il giornalista della Mediaset ha definito la storia «un caso al limite della follia. Come può un paese terremotato e non ancora ricostruito, dove i residenti vivono in alloggi provvisori, dare ospitalità?».

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Il sindaco Francesco D’Amore ribadisce la sua posizione: «Il nostro è un paese senza servizi, manca addirittura un centro medico».

Fagnano Alto conta poco più di 400 abitanti, dispersi in ben 10 frazioni. I residenti però sono molti di meno, tanti quanti i migranti che si è chiesto di ospitare.

C’è una palazzina nella parte alta del paese che si compone di 14 appartamenti, di cui uno abitato da una famiglia del posto da sei anni, che rischierebbe addirittura di essere sfrattata dal proprietario dello stabile in vista dell’arrivo profughi.

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La onlus che si occupa di individuare gli stabili e poi organizzare l’insediamento dei migranti ha già tenuto un sopralluogo sul posto che ha creato allarme tra gli abitanti .

Ma a oggi, come ci conferma il sindaco, non ci sono novità.

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Nell’incontro col Prefetto e gli altri sindaci che si è tenuto nei giorni scorsi non sono state prese decisioni rilevanti, visto che – come ci spiega il sindaco di Fagnano – «non esiste una normativa, quindi i comuni e i primi cittadini verrebbero di fatto bypassati dalle onlus».

Insomma il sindaco non ha potere, ma spera in celeri risposte. Entro la prossima settimana si cerca un nuovo incontro con il prefetto. «Più che sollevare l’attenzione sul caso e coinvolgere gli altri sindaci, su un problema che a breve riguarderà tutti, non posso fare», conclude D’Amore.

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