Il grande esodo dei migranti in fuga dalle guerre
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Il grande esodo dei migranti in fuga dalle guerre

Mentre la Sardegna attende lo sbarco di 781 migranti salvati nelle coste libiche, continuano ad arrivare storie terribili dall'Ungheria.

Il grande esodo dei migranti in fuga dalle guerre
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2 Settembre 2015 - 12.44


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Ancora sbarchi di migranti in Sardegna. Nella mattinata di domani dovrebbe approdare al porto di Cagliari una nave mercantile con a bordo 781 migranti e sei cadaveri. I profughi sono stati soccorsi nei giorni scorsi, in più episodi, a largo delle coste libiche. La Prefettura sta già predisponendo tutte le operazioni per l’accoglienza, dalle visite mediche, alle identificazioni.

Nelle prossime ore sarà convocato il tavolo tecnico con le forze di polizia, Asl, Caritas e tutti gli enti e le istituzioni coinvolte per pianificare il lavoro. Una volta visitati i migranti saranno trasferiti nelle varie strutture di accoglienza. L’ultimo sbarco risale al 24 agosto scorso quando sono arrivati a Cagliari 963 profughi.

La polizia ceca sta procedendo a marchiare ogni migrante, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al confine con l’Austria, con un numero scritto a pennarello sul braccio, che identifica il treno d’arrivo e il vagone. La notizia è sul sito Britske listy (pagine britanniche) ed è confermata da Vaclav Janous del quotidiano Mlada fronta Dnes (Mfd).

Intanto in Ungheria spuntano i furgoni blindati per i minori. Queste immagini di [url”reuters”]http://it.reuters.com/[/url] raccontano il calvario di un viaggio lungo oltre 243 chilometri di 24 ragazzi afghani sotto i 18 anni. Il furgoncino che presumibilmente li avrebbe trasportati dall’Ungheria a Vienna assomiglia a una prigione: sbarre ai finestrini, porte laterali saldate e sprangata quella del retro.

Frontiera Serbia-Ungheria, l’unico varco per entrare in Europa. I migranti, in fuga da guerra e fame, arrivano di notte alla frontiera tra Serbia e Ungheria, vicino a Roszke. Tutto il confine è delimitato dal muro di filo spinato fatto erigere dal governo del primo ministro Orban nel tentativo di scoraggiare gli ingressi. C’è un unico varco, all’altezza della linea ferroviaria: i migranti sono costretti a passare da qui per entrare in Europa. Ad attenderli, la polizia ungherese, che li trasferisce immediatamente nei centri di prima accoglienza. Un servizio di [url”Repubblica”]http://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/ungheria-quel-varco-in-mezzo-al-muro-unica-porta-per-chi-sogna-l-europa/210386/209525?ref=HRER1-1[/url] mostra quei sei km che separano dalla libertà.

In Grecia nuovi morti. Almeno 11 rifugiati siriani, tra cui 3 bambini, sono morti annegati all’alba mentre cercavano di raggiungere le coste dell’isola greca di Kos a bordo di due imbarcazioni partite dalla Turchia. Lo riferisce il quotidiano turco Huerriyet, spiegando che una prima imbarcazione con a bordo 16 rifugiati siriani era partita da Aspat, vicino a Bodrum, nel sud-ovest: sette persone non ce l’hanno fatta a mettersi in salvo dopo il naufragio mentre 4 sono stati recuperati e altri 5 sono dispersi. La seconda imbarcazione era invece partita da Aloha, sempre vicino a Bodrum, con sei persone a bordo, quattro delle quali, una donna e tre bambini, sono morti nel naufragio.

Unicef: triplicato numero di bimbi in fuga. Secondo l’Unicef, il numero di donne e bambini che scappano dalle violenze nei loro paesi di origine e attraversano la repubblica ex-jugoslava di Macedonia alla ricerca di rifugio in Europa è triplicato negli ultimi tre mesi.

Ogni giorno circa 3.000 persone transitano attraverso la Macedonia: un terzo sono donne e bambini, percentuale ben più alta rispetto al 10% del mese di giugno. Circa il 12% delle donne in transito sono in stato di gravidanza.

Molte famiglie sono in viaggio da mesi con i propri bambini, affrontando le torride giornate estive, spesso con i vestiti e le scarpe che indossano quale unico bagaglio.

Arrivano esausti e con un disperato bisogno di un posto in cui riposare. Molti soffrono di disidratazione, vesciche, raffreddore, diarrea o sono ustionati dal sole.

L’Unicef ha inviato nella capitale Skopje cisterne d’acqua da 30.000 litri ciascuna e due grandi tende da 72 metri quadrati e alimenti per l’infanzia.

Le cisterne consentiranno alle persone che transitano presso i centri di poter usufruire di acqua potabile per bere (finora è stata disponibile solo acqua in bottiglia) ma anche per lavarsi o per lavare i propri vestiti nelle nuove strutture di cui si sta ultimando la costruzione.

Le tende saranno utilizzate come “Spazi a misura di bambino” (Child-friendly spaces), gli ambienti che l’UNICEF impiega in quasi tutte le situazioni di emergenza umanitaria per garantire a gruppi di bambini (50 per ogni turno) di avere un luogo protetto in cui giocare, socializzare e ricevere sostegno psicologico.

Sono già 1.200 i bambini che hanno beneficiato delle attività dello “Spazio a misura di bambino” già in funzione a Gevgelija (allestito il 23 agosto scorso).

Le pratiche per ricevere lo status di rifugiati dovrebbero essere esaminate nel modo più rapido ed equo ai valichi di frontiera, con un controllo e messa in pratica adeguati. I governi europei devono applicare le leggi e le politiche già esistenti per assicurare la salvaguardia e la tutela dei diritti dei minori.

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