In queste ore, a mio giudizio, stiamo assistendo al festival dell’ipocrisia e del falso perbenismo.
Tutto artatamente giocato intorno alla distorta e non contestualizzata lettura della frase attribuita a Voltaire che diceva – sintetizzo – che io combatto la tua idea, ma mi batto perché tu possa esprimerla liberamente.
Ovviamente io sono d’accordo, come molti, con questo principio democratico.
Il quale però – curiosamente – in questo caso non viene riconosciuto anche nei confronti della libertà di opinione di chi dissente da Salvini e dalla sua volgare storia politica di offese a Napoli, al meridione e che adesso si è spostata ancora più a sud, verso i poveri del mondo, migranti in testa.
E ovviamente c’è un gioco molto furbo attraverso il quale confondere la sana e gioiosa pacifica protesta di molti, con le intempreranze dei pochi e soliti noti. Rappresentando così la sacrosanta iniziativa di migliaia di persone perbene come una devastazione della città, perfino avvenuta su istigazione del sindaco. Affermazione che è una forzatura indecente, indipendentemente dalla simpatia, o meno, che si può nutrire verso De Magistris.
Quindi nel giorno nel quale le ipocrisie trasversali celebrano il martirio di Salvini io mi sento di dire che sto dalla parte dei napoletani non violenti che hanno manifestato contro chi diffonde odio, intolleranza e con le sue parole provoca – lui sì – la devastazione culturale e etica dell’Italia e non solo. Rabbrividisco di fronte all’ennesimo tentativo di criminalizzare una manifestazione democratica confondendo disonestamente poche decine con le migliaia. E idealmente mi riconosco tra coloro che sono scesi in piazza in difesa dei principi di civiltà e convivenza.
Ps: La libertà di espressione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Che va difeso contro tutti i tentativi di bavaglio.
Esistono però anche le leggi, sulle quali talvolta – o troppo spesso – si chiudono occhi e orecchie. La legge Mancino che punisce l’incitamento alla violenza o alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi; esiste la legge sul negazionismo, esistono le leggi che puniscono l’apologia di fascismo.
Leggi che, se correttamente applicate, intaserebbero i tribunali. Di questo, stranamente, in queste ore non se ne parla. Perché la colpa deve essere data a chi combatte xenofobia e razzismo e non a chi lo alimenta. A volte sembriamo un paese fatto al contrario.
Argomenti: matteo salvini