Agrigento, ucciso perché si era ribellato alla mafia: il killer arrestato dopo 25 anni
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Agrigento, ucciso perché si era ribellato alla mafia: il killer arrestato dopo 25 anni

Risolto un Cold case: in manette un affiliato alla cosca di Siculiana, coinvolto nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. Nel 1993 uccise un imprenditore che non aveva voluto piegarsi alle regole di Cosa nostra

A sinistra Diego Passafiume e a destra Filippo Sciara
A sinistra Diego Passafiume e a destra Filippo Sciara
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7 Settembre 2018 - 08.02


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E’ stato arrestato dopo 25 anni il presunto esecutore materiale dell’omicidio a Cianciana, in provincia di Agrigento, di Diego Passafiume, imprenditore 41enne nel settore del movimento terra.
A finire in manette Filippo Sciara, 54 anni, ritenuto affiliato alla famiglia mafiosa di Siculiana e coinvolto nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. L’uomo è stato fermato dai carabinieri del reparto Operativo di Agrigento, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip e richiesta dalla Dda di Palermo.
Passafiume, assassinato il 22 agosto del 1993 con tre fucilate, una delle quali lo ha raggiunto al volto, non aveva voluto piegarsi alle regole imposte dalle cosche mafiose circa la spartizione dei subappalti nel settore del movimento terra e del trasporto di inerti.
Dopo una prima archiviazione delle indagini, a carico di ignoti, l’inchiesta, come un ‘cold case’, era stata riaperta grazie anche ad alcune dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. La svolta si è avuta nel luglio del 2017, quando i carabinieri del reparto Operativo hanno fatto vedere alcuni album fotografici a dei parenti della vittima che, all’epoca, assistettero al delitto e hanno, dunque, concentrato i sospetti su Filippo Sciara.
Ad accusare l’indagato, arrestato per omicidio premeditato, con l’aggravante d’aver agevolato Cosa Nostra, anche i collaboratori di giustizia Pasquale Salemi, Maurizio Di Gati e Giuseppe Salvatore Vaccaro.

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