Mentre viene superata la quota delle 200mila vaccinazioni in un solo giorno, aumentano dovunque restrizioni e divieti.
Le Regioni che resteranno o diventeranno rosse da lunedì dovrebbero essere 10: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa (mentre sono in corso verifiche sulla Basilicata).
Dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà in zona rossa, compresi quindi i giorni di Pasqua e Pasquetta, quando però sarà consentita una visita al giorno ai parenti nella stessa Regione. Le nuove restrizioni anti-Covid saranno valide dal 15 marzo al 6 aprile. Intanto l’Iss conferma per la sesta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio: terapie intensive sopra la soglia critica.
Il Piemonte anticipa la zona rossa per due Comuni cuneesi
Il Piemonte anticipa la zona rossa, che da lunedì sarà estesa a tutta la Regione, in due comuni della Provincia di Cuneo, Boves e Borgo San Dalmazzo. Il provvedimento scatterà dalle 19 di sabato. Sale così a 25 il numero dei Comuni piemontesi in zona rossa: 3 in provincia di Torino, 14 nel Cuneese, 7 nella Valle Vigezzo (Verbano-Cusio-Ossola), uno nel Vercellese.
Otto Regioni e Trento passano in zona rossa da lunedì
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo. Passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa.
Le anticipazioni di Speranza
Il Ministro della salute Roberto Speranza ha anticipato alcune delle norme che saranno contenute nel prossimo decreto del Governo sulle misure anti-Covid. Da notare decreto, non Dpcm, di modo da dover tenere conto anche del Parlamento.
Ad esclusione della Sardegna, che rimane l’unica zona bianca in Italia, tutte le regioni in questo momento gialle diventeranno arancioni dal 15 marzo al 6 aprile.
Inoltre, secondo quanto si legge nella bozza, si prevede una zona rossa nazionale dal 3 al 5 aprile, e cioè nei giorni delle festività pasquali: “Nei giorni 3, 4 e 5 aprile 2021, sull’intero territorio nazionale, ad eccezione delle Regioni in zona bianca, si applicano le misure stabilite per la zona rossa”, si legge ancora.
Le decisioni del Cdm
Oggi alle 11:30 è convocata la riunione del Consiglio dei Ministri per decidere le nuove misure di contrasto al Covid-19. Nonostante non vi sia ancora alcuna comunicazione ufficiale, è molto probabile che da lunedì 16 regioni diventeranno zona rossa: le scuole di ogni ordine e grado verrebbero chiuse, così come bar, ristoranti e negozi. Si potrà uscire di casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, con nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.
Una stretta resa necessaria dal peggioramento della situazione contagi su tutto il territorio nazionale. I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa.
La velocità con cui corre il virus ha obbligato il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa – bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo – e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta. Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato.
Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa. Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti.
Significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400), Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Veneto, che ha un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi, Abruzzo e Toscana, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta. Il Lazio è al limite tra l’arancione e il rosso, Mentre Umbria e Calabria dovrebbero rimanese in arancione.
Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima grande città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici, la stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania. E con l’Italia che tornerà per buona parte in zona rossa, aumenteranno anche i controlli. Fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all’interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate, soprattutto negli spostamenti nei territori regionali e fra le diverse regioni, visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta. Di fatto un lockdown, esattamente come un anno fa.
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