Crisanti sulle riaperture di aprile: "Vorrei capire cosa è stato calcolato e ragionato?"

Le parole del virologo: "Bisogna adottare il modello inglese, che ha accelerato con la campagna vaccinale quando i contatti tra i cittadini erano ridotti"

Andrea Crisanti, virologo e microbiologo dell'Università Padova
Andrea Crisanti, virologo e microbiologo dell'Università Padova
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19 Aprile 2021 - 09.56


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Torna a esprimere le sue perplessità sull’allentamento delle misure anti-contagio il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, che sul Covid non ne ha mai sbagliata una, ospite di ‘The Breakfast Club’ su Radio Capital.

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“I numeri non giustificano le decisioni del Governo” sulle riaperture dal 26 febbraio. “Quanti morti di Covid-19 siamo disposti a tollerare?”. “Vorrei capire cosa è stato calcolato e ragionato. L’Inghilterra – ha spiegato l’esperto – è arrivata a queste scelte con 15 morti al giorno, 2mila casi e il 70% della popolazione vaccinata. Vorrei capire cosa è stato calcolato e ragionato”.

Secondo Crisanti “siamo governati da persone che non hanno gli strumenti conoscitivi giusti. Quanto al Cts, nel primo” Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 “non c’erano persone competenti, nel secondo i competenti sono in minoranza”.

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Il virologo sottolinea poi un altro problema da non sottovalutare. In questo momento in Italia si contano ancora sui 15mila contagi al giorno e “non si vaccina con alti livelli di trasmissione, è un azzardo biologico. In questo modo si dà al virus l’opportunità di mutare. Bisogna adottare il modello inglese, che ha accelerato con la campagna vaccinale quando i contatti tra i cittadini erano ridotti”.

Quanto “ai vaccini a vettore virale”, questi “si basano tutti sullo stesso principio, quindi avranno gli stessi effetti collaterali. Inoltre non riescono ad essere aggiornati per proteggere dalle varianti. Se il virus non variasse andrebbero benissimo”. “Questi vaccini al terzo, quarto richiamo diminuiscono di efficacia”, sottolinea il virologo alla vigilia del responso dell’Agenzia europea del farmaco Ema sui casi di trombosi rare segnalati dopo la somministrazione del vaccino di Janssen (Johnson&Johnson).

 

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