Carol Maltesi, parla il padre: "L'assassino mi scriveva dal suo telefono, è stato diabolico"
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Carol Maltesi, parla il padre: "L'assassino mi scriveva dal suo telefono, è stato diabolico"

L'agghiacciante racconto di Fabio Maltesi, padre di Carol, sui mesi successivi all'omicidio della figlia. Davide Fontana, il vicino di casa che l'ha uccisa, ha continuato a scrivere dal telefono della ragazza fino al giorno dell'arresto.

Carol Maltesi, parla il padre: "L'assassino mi scriveva dal suo telefono, è stato diabolico"
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31 Marzo 2022 - 14.32


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Il padre di Carol Maltesi ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, svelando retroscena diabolici legati all’assassino Davide Fontana. Il vicino di casa di Carol ha mantenuto attivo il telefono della ragazza, continuando a mandare messaggi ai suoi familiari, compreso il padre.

“Credevo che lei stesse bene invece l’aveva già ammazzata, in questi mesi c’è stato uno scambio di messaggi, anche per il mio compleanno”. E’ sconvolto Fabio Maltesi, il padre di Carol, uccisa dal vicino di casa Davide Fontana a Rescaldina (Milano). “Non posso non piangere, non sono riuscito a chiudere occhio, vorrei solo che non fosse vero”, ammette. Intanto i consulenti della procura stanno tentando di recuperare il video girato da Fontana che è stato poi cancellato dalla memoria del cellulare. E’ possibile che l’uomo abbia filmato l’intera aggressione.

“Voglio solo che tutti sappiano che Carol era una creatura splendida, una figlia affettuosa, una mamma che adorava suo figlio, era piena di voglia di vivere. Non era una pornostar come sto leggendo, lei era un angelo. L’ha uccisa come una bestia, nessuno merita di soffrire così, mia figlia ha fatto una fine terribile, ho sentito delle cose tremende su come l’ha ammazzata, è stato diabolico“. 

“Io credevo di sentirla sempre – spiega – perché in tutto questo tempo le ho scritto su WhatsApp. Anzi, in realtà io la chiamavo, ma trovavo spento, allora le scrivevo e lei mi rispondeva. Almeno, credevo fosse lei ma ora ho scoperto che era il suo assassino… Ci siamo sentiti per il compleanno, o meglio io avrei voluto sentirla perché gli auguri ce li facevamo sempre a voce, ma ho trovato spento così ci siamo scritti, o meglio mi sono scritto con il suo assassino”.

A dire il vero qualcosa di strano c’era – prosegue -. Prima di tutto, nelle ultime settimane lei non mi rispondeva mai subito, ma mi scriveva solo dopo uno-due giorni. E poi, mi ero accorto che spesso mi mandava dei messaggi copia-incolla con i precedenti. Allora le ho chiesto il perché e lei, anzi il suo assassino, mi ha risposto di essere a Dubai. Invece era già in cielo”.

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