A un certo punto sbuca la Moratti. La Mestizia in persona, supercotonata e tirata a lucido, con tre guardie del corpo e una banda di militanti ingabbiati dietro improvvisate magliettine bianche con sopra scritto qualcosa di discutibile tipo: Milano è con la Moratti.
Cavoli, Mestizia in mezzo alla plebe. Che notiziona, visto che a memoria il sindaco impalbabile non si era mai vista da queste parti. Ma ora l’ora urge, e i milioni investiti non sembrano bastare, quindi nuova politica: per strada a parlare con la gente, con i cittadini.
La cosa bella è che i cittadini non è che fossero felici stamattina in via Farini. Quattro gatti, due cingalesi, una vecchietta si sono fermati a parlare con l’algida. Che ha anche preso la mano del cingalese: noi stiamo facendo molto per la sua comunità. Roba da strapparsi le orecchie dalle risate. E poi si è fatta fotografare contornata da un servizio d’ordine abbondante.
Insulti? Qualcuno bofonchiato al passaggio. Manco tanti, i milanesi che non la votano sono educati. Più dello staff della Moratti, facce tese, occhi fissi suim passanti come avessero tutti la barba di Bin Laden.
Una annotazione: il banchetto di Pisapia era pieno e festante, quelli del Pdl tristi e appassiti, nonostante la presenza de ‘sta motivatrice da niente… Il vicino del banchetto del Pdl era disperato, perché nessuno si fermava a guardare la sua merce. Caro mio, certe volte la sorte gioca brutti scherzi…
Poi le facce belle dei sostenitori arancioni di Pisapia. Tra i quali, in ordine sparso, io e i miei compagni di passeggiata, venuti da Siena per vedere se stavamo dando l’assalto alle banche, se le bandiere rosse coprivano Milano, se i rom avevano preso il palazzo d’Inverno. Pank ha sussurrato: non ci sono manco le bandiere del Milan. E vabbè, meglio quelle arancioni. E le facce belle di chi si batte per voltare pagina.
Ognuno con quello che può…
