di Angelo Angeli
Alla fine Berlusconi ha ceduto alle pressioni e ha annunciato che ritirerà la cosiddetta norma “Salva-Fininvest”. Lo ha annunciato in una nota: “Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata”.
Il presidente del Consiglio ha poi definito quella delle opposizioni una “vergognosa montatura”.
Ma evidentemente le pressioni che gli hanno fatto invertire la rotta non arrivavano solo dalla società civile. Molti malumori anche nella sua maggioranza. Dal ministro Tremonti, che non ha voluto presentare la manovra all’ira della Lega tenuta all’oscuro dell’inserimento dell’ultim’ora. E anche molti ministri sono stati in fibrillazione.
Le critiche di Fini e Bersani
A usare lo stesso aggettivo era stato nel pomeriggio il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che aveva definito la norma “vergognosa” e ne aveva chiesto il ritiro. “Ci ha provato, ora noi apriremo bene gli occhi perchè sappiamo con chi abbiamo a che fare”, è stato poi il commento di Bersani appena saputo della decisione di Berlusconi di fare un passo indietro.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della camera, Gianfranco Fini, che appresa la notizia della decisione del govern ha commentato: “Il mio giudizio non è molto dissimile da quanto espresso circa la totale inopportunità di inserire nella Manovra la norma che oggi si dice essere stata ritirata”.
La nota di Berlusconi
“Le opposizioni hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo – si legge nella nota emanta da Berlusconi- . Si è prospettato infatti che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza Cir – Finivest dando così per scontato che la Corte di Appello di Milano effettivamente condannerà la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest”.
“Conoscendo la vicenda- prosegue il presidente del Consiglio- ritengo di poter escludere che ciò possa accadere e anzi sono certo che la Corte d’Appello di Milano non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta. Il contrario costituirebbe un’assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali”.
“Spero non accada – è la conclusione del premier – che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perché colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura”.
La conferenza stampa annullata
La conferenza stampa di Giulio Tremonti sulla manovra finanziaria è stata rimandata a data da destinarsi. Avrebbero dovuto parteciparvi, oltre al ministro dell’Economia, i ministri Sacconi, Romani, Brunetta e Calderoli. È stato lo stesso Tremonti ad annullarla, ufficialmente perché impossibilitato a raggiungere Roma a causa del maltempo, ma la decisione fa ipotizzare un duro scontro tra lui e il presidente del Consiglio. L’oggetto del contendere potrebbe essere proprio il comma inserito all’ultimo momento sull’affaire Fininvest-De Benedetti. La norma “Salva Berlusconi” sarebbe stata infilata, infatti, senza informare il ministro dell’Economia, che avrebbe evidentemente avuto da ridire.
Napolitano tiene Berlusconi sulle spine
Non solo. Mentre la maggioranza è in fibrillazione, Giorgio Napolitano non si pronuncia sulla manovra all’esame del Colle, ma tiene berlusconi sulle spine: “Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento conoscerete le nostre determinazioni”.
Il comma Salva-Fininvest
Il comma “infilato” ieri sera è stato subito ribattezzato “Salva Fininvest”, e ha un valore, per l’azienda del premier, di ben 750 milioni di euro.
Questa è infatti della somma che il presidente del Consiglio deve alla Cir di De Benedetti, secondo quanto prevede la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano sul lodo Mondadori (e sta per arrivare la sentenza in Appello, che dovrebbe confermare in maniera definitiva – ed esecutiva – la prima). Nel testo del decreto è stato inserito un provvedimento che consentirebbe alla Fininvest (che controlla Mediaset e Mondadori) di evitare il maxi-risarcimento tramite il versamento di una cauzione. Per i risarcimenti superiori ai 20 milioni il comma prtevede che si possa congelare il pagamento fino al verdetto della Cassazione.
Tremonti all’oscuro di tutto
Lo stesso ministro dell’Economia sembra non sapesse nulla del comma inserito all’ultimo minuto. Il testo è stato intanto inviato al Quirinale, che dovrà decidere se firmarlo. A chi lo ha interrogato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto che “al momento opportuno” il Colle farà sapere le sue determinazioni. Secondo molti giuristi il decreto ha grosse probabilità di non essere firmato.
Berlusconi: “Misura giustissima”
Il comma è difeso a spada tratta, ovviamente, da Silvio Berlusconi: “Una misura giustissima – afferma il premier – non è che diventa ingiusta solo perché mi coinvolge.
Piuttosto quei soldi li do in beneficenza”.
Ma più di un giurista fa notare che mancano le caratteristiche di “urgenza” per inserire questo comma in un decreto legge.
Bersani: “Un insulto al Parlamento”
Immediata la polemica.
Secondo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, se la misura non venisse cancellata dal testo sarebbe “un insulto al Parlamento”.
Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, si tratta di una norma “incostituzionale e criminogena”.
Tranchant anche il giudizio dell’associazione nazionale magistrati :”Se dovesse essere confermata – dice il presidente Luca Palamara – si tratterebbe di una norma che nulla ha a che vedere con il tema dell’efficienza del processo civile, che determinerebbe un’iniqua disparità di trattamento, e che sarebbe, quindi, incostituzionale”.
Modificati due articoli del codice di procedura civile
Pochi giorni prima che la Corte d’Appello di Milano si pronunci sulla vicenda (la sentenza di secondo grado è prevista per il fine settimana), il governo introduce all’ultimo momento una norma che modifica due articoli del codice di procedura civile (il 283 e il 373) con un unico obiettivo: obbligare il giudice d’appello a sospendere l’esecuzione di una sentenza se la condanna supera i 20 milioni di euro (10 se è in primo grado) e se la parte che deve pagare presta “idonea” cauzione.
Il magistrato dovrà prendere tale decisione se la parte interessata ne farà richiesta.
Le opposizioni si rivolgono ad Alfano
Le opposizioni attaccano a testa bassa e si rivolgono ad Angelino Alfano, stavolta non solo in veste di ministro della Giustizia, ma anche di neo-segretario del Pdl. A lui chiedono di cancellare quella che i più tornano a battezzare “l’ennesima legge ad personam”.
E se non lo farà, avverte il vicesegretario del Pd Enrico Letta, il “nuovo corso” ipotizzato per il Pdl di “partito degli onesti” di cui ha parlato Alfano nel suo discorso di insediamento, non sarebbe credibile.
Ma c’é anche chi ironizza, come Vincenzo Vita (Pd): “Come mai oggi Alfano ha disdetto all’ultimo momento la sua partecipazione al workshop organizzato alla Bocconi dalla fondazione Rodolfo De Benedetti?”.
Buttiglione: protezione sfacciata di interessi privati
Alfano, è invece la domanda che rivolge il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione, avrà “il coraggio e la forza di rompere questa protezione sfacciata di interessi privati tramite il potere dello Stato?”.
Il finiano Italo Bocchino e il Democratico Andrea Orlando si rivolgono direttamente a Giulio Tremonti. Il ministro dell’ Economia, è l’appello del primo, dovrebbe cancellare la misura salva-Fininvest anche per non “scalfire la sua immagine internazionale”.
Tremonti cancelli questa “vergognosa e inaccettabile norma”, interviene il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando. Il fatto, interviene il capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, è che la maggioranza continua, come se nulla fosse, con le sue “leggi ad personam”.
Si salvano i produttori che non hanno pagato le quote latte
A prescindere da ciò che si dice e da ciò che si promette. E questo, nello stesso provvedimento in cui si chiedono “lacrime e sangue agli italiani” e si “salvano ancora una volta i produttori che non hanno pagato le quote latte”.
Più che di ‘leggi ad personam’, afferma il Verde Angelo Bonelli, forse sarebbe meglio parlare in questo caso di ‘manovra ad personam…”.
E’ un “provvedimento da furbetti”, taglia corto il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro. Un “inaccettabile abuso di potere”, osserva il presidente del Pd Rosy Bindi.
Il Pdl cerca di difendere Berlusconi
Rispedisce le critiche al mittente e tenta di fornire una giustificazione “tecnica” il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa. La maggioranza, spiega, “in un momento di congiuntura economica particolarmente sfavorevole” ha deciso semplicemente di “contemperare il diritto del creditore con le ragioni del debitore” quando le somme di denaro da corrispondere “hanno dimensioni di rilevante entità”.
La polemica però non si spegne: questa manovra, insiste il leader di Sel Nichi Vendola è tutto “fumo, arrosto e dessert (“da 750 milioni di euro”)”.
Tutti gli altri elementi della manovra
La manovra economica varata dal governo per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 è finalmente arrivata al Quirinale. Il provvedimento è giunto sul Colle attorno alle 12,30 e immediatamente trasmesso ai tecnici del Quirinale per un esame approfondito.
Evidentemente la sollecitazione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano – che ieri aveva precisato di non aver ricevuto ancora nulla – ha sortito i suoi effetti.
Ora sarà più semplice capire quali misure ci sono davvero dentro. Perché fino a oggi si sono alternate varie voci e smentite sui diversi provvedimenti contenuti al suo interno.
39 articoli e 2
Dal primo articolo sugli stipendi dei politici all’ultimo sul riordino dei giudici tributari: è composto da 39 articoli e da due allegati il testo finale del decreto contenente “disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”.
Il superbollo c’è
Il superbollo sulle auto superveloci è presente nel testo. Prevede un’addizionale erariale da dieci euro per ogni chilowatt di potenza oltre i 225: “A partire dal 2011 per le autovetture e per gli autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose è dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a dieci euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 225 kw, da versare alle entrate dl bilancio dello Stato”.
No alla rivalutazione delle pensioni
E c’è anche il blocco delle rivalutazioni “dei trattamenti pensionistici superiore a cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps”. “Per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra tre e cinque volte il predetto trattamento minimo Inps, l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato nella misura del 45%”.
Donne in pensione più tardi
Confermato anche l’aumento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Si parte dal 2020 con un mese in più oltre i 60 anni per arrivare al 2032 con l’ultimo scaglione. Fissato al 2014 l’avvio della misura che aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita.
-10% per i costi alla politica
I tagli ai costi della politica sono invece solo del 10 %. Si tratta di una decurtazione al finanziamento dei partiti politici che, cumulandosi con i precedenti, “porta ad una riduzione complessiva del 30 %”.
Tagli agli aerei “blu”
Aerei blu solo per le 5 alte cariche dello Stato: “I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio, al presidente della Corte Costituzionale”. Le “eccezioni” devono essere “specificamente autorizzate, soprattutto con riferimento agli impegni internazionali e rese pubbliche sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri, salvi i casi di segreto per ragioni di Stato”.
Meno auto blu
Confermati i limiti delle auto blu: “La cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600 cc. Fanno eccezione le auto in dotazione al Capo dello Stato ai presidenti del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale, al presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza”.
Le auto blu attualmente in servizio però “possono essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non possono essere sostituite”.
Taglio alle rinnovabili
Torna anche il taglio del 30 % agli incentivi per le energie rinnovabili. La norma è rientrata dopo che nei giorni scorsi è stata cancellata in seguito al pressing del ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, preoccupato di destabilizzare il quadro regolatorio per le aziende che investono in rinnovabili, e di quello dell’ambiente Stefania Prestigiacomo.
Più self service
Ci sono anche le nuove norme sulla razionalizzazione della rete dei carburanti, con la possibilità di vendita di prodotti no-oil e l’estensione massiccia dei self service: ogni impianto dovrà essere dotato di self service con pagamento anticipato che dovrà funzionare anche in presenza del gestore; i distributori potranno vendere alimenti, bevande, quotidiani, periodici e pastigliaggi (caramelle).
Più Irap per banche e assicurazioni
Aumento invece le aliquote Irap per banche e assicurazioni. Il testo prevede per gli istituti di credito e per le altre società finanziarie che si passi al 4,65% mentre per le assicurazioni l’aliquota al 5,90%.
La norma anti badanti
Stabilita anche la norma “antibadante”. Un ultrasessantenne che sposa una donna di almeno vent’anni di meno, non potrà far avere a lei la pensione di reversibilità se non dopo dieci anni dal “sì” ufficiale. E sono previsti tagli del 20% degli stanziamenti per il Cnel, il Csm, Authority, Consob e Corte dei Conti.
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